La dott.ssa Francesca Maria D’Agnelli, addetta ai progetti di censimento, tutela e valorizzazione del patrimonio, presso l’Ufficio Nazionale per i BBCC e l’Edilizia di culto della CEI, conclude la XIX Settimana di San Tommaso.

Dott.ssa D’Agnelli, per il suo lavoro all’Ufficio Nazionale, ha consapevolezza di un ricco e vasto patrimonio di opere d’arte rappresentato dai beni culturali ecclesiastici: un onere o una risorsa per la Chiesa e per il Paese?

Spesso questa ricchezza è avvertita come onere sia rispetto alla gestione ed alla custodia sia rispetto alla responsabilità che il patrimonio comporta. In maniera più prospettica, bisogna riconsiderare il valore che questi beni possiedono intrinsecamente, per scorgere la loro potenzialità di generatori e ri-generatori di valori, per la comunità cristiana e per il territorio.

Parlando di beni culturali, ha sottolineato la differenza di significato tra ecclesiastici, ad indicare la proprietà, ed ecclesiali, ad indicare un’appartenenza. Dunque la comunità non è solo “spettatore” di questa bellezza?

La comunità è fondamentale, perché deve riappropriarsi dello stretto legame con quanto questo patrimonio rappresenta, ritrovandosi appunto come comunità attorno ad esso, dialogando, costruendo una visione comune, per l’oggi e per il futuro. I beni che il passato e la tradizione ci hanno tramandato ci “appartengono” e la loro tutela e valorizzazione passa necessariamente attraverso il recupero di questo senso profondo.

Quali strumenti l’Ufficio Nazionale della CEI offre per la conoscenza, la promozione e la fruizione dei beni culturali ecclesiastici?

Direi soprattutto il portale BeWeB (www.beweb.chiesacattolica.it), beni ecclesiastici in Web, che nasce come un portale per la catalogazione ovvero per le descrizioni del patrimonio, in corso in tutte le chiese particolari d’Italia, ma che è diventato sempre più un luogo di valorizzazione identitaria del patrimonio stesso, riuscendo a dare rilievo a tutte le attività e le iniziative del territorio e, nello stesso tempo, per esempio attraverso lo strumento de I percorsi, ad offrire una chiave di lettura cristiana e fortemente connotata dalla storia del territorio e dalla fede della sua comunità, storia che ci appartiene e che vogliamo raccontare attraverso una narrazione che  è costituita dalle innumerevoli narrazioni che provengono dalle diverse realtà.

Queste opere d’arte sono esclusivamente offerte alla nostra ammirazione o possiedono ancora un dinamismo che le rende vive anche per l’uomo contemporaneo?

La potenzialità maggiore del patrimonio di cui stiamo parlando è proprio quella di riconsegnarci il senso del nostro passaggio verso una dimensione trascendente, verso Dio da cui proveniamo. Riuscire a passare dalla percezione del fenomeno all’acquisizione del fondamento costituisce un possibile ed anzi indispensabile passaggio tra una fruizione puramente estetica, che è quella suscitata dalla meraviglia di fronte ad un’opera d’arte, ad un’acquisizione di senso, all’interiorizzazione del messaggio più profondo che questo patrimonio comunica e di quei valori che genera.

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Mi chiamo Silvana Campanile, sono bibliotecaria e lavoro tra il fantastico ed il reale nella Biblioteca diocesana di Andria “San Tommaso d’Aquino”. Laureata in Lettere Classiche e mai pentita. Amo la vita, la gente e le sorprese che riservano! Andare al cinema e viaggiare quando possibile! Combatto la mia natura profondamente pigra riempiendo la mia giornata di impegni…Il mio motto? Gli altri siamo noi: non delegare ma affrontare la vita con creatività ed entusiasmo!