
«Nessuno possiede Dio in modo tale
da non doverlo più attendere.
Eppure non può attendere Dio
chi non sapesse che Dio
ha già atteso lungamente lui».
(Bonhoeffer)
L’Avvento è un tempo di preparazione alla solennità del Natale che si conforma al modello della Quaresima con carattere penitenziale. Questo cammino a tappe ci ricorda che la fede è attesa, ricerca e desiderio di abitare il sacro dentro di noi. Per cogliere tutta la ricchezza spirituale di questo periodo liturgico forte è necessario stare in ascolto della Parola di Dio, con atteggiamento orante e stile evangelico.
Le letture, -in quest’avvento 2022 vengono seguite quelle dell’Anno A con il Vangelo di Matteo- seguono questa suddivisione: nella prima domenica di Avvento il Vangelo (Mt 24, 37-44) ci esorta con le parole di Cristo: “Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà”, e continua concludendo: “tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo”. Nella seconda domenica di Avvento il Vangelo (Mt 3, 1-12) ci invita a “Preparare la via del Signore e raddrizzate i suoi sentieri!” e a “Convertirci, perché il regno dei cieli è vicino!”. Nella terza domenica di Avvento, il Vangelo (Mt 11, 2-11) ci riferisce con gioia che “i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciato il Vangelo. Nella quarta domenica di Avvento il Vangelo (Mt 1, 18-24) ci annuncia la nascita di Gesù: “Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di “Emmanuele”, che significa “Dio con noi”.
La liturgia della Parola dell’Avvento ci introduce al mistero dell’Incarnazione e noi cristiani siamo condotti per mano lungo un itinerario, che ci porta a comprendere meglio cosa significa credere in un Dio, che si fa carne e viene ad abitare in mezzo a noi. Sono quattro settimane di forte attesa, conversione e speranza in cui siamo chiamati a fare luce su quelle zone buie dei nostri cuori, che generano conflitto e discordia con l’Altr*, che inquinano le relazioni e ci allontanano dalla sorgente della nostra umanità. È un tempo importante ritmato da momenti di spiritualità personale e comunitaria, per fare esperienza dell’accoglienza di Dio nella nostra vita.
L’Avvento è tempo di preparazione all’evento del Natale del Signore, ma soprattutto, è il tempo che ci educa al valore dell’attesa, cifra della vita di ogni uomo e donna. L’attesa è un aspetto fortemente antropologico. L’attesa abita tutta la nostra esistenza personale, familiare, sociale…Diceva don Primo Mazzolari che: «la vita di ognuno è un’attesa. Il presente non basta a nessuno. In un primo momento, pare che ci manchi qualcosa. Più tardi ci si accorge che ci manca “Qualcuno”. E lo attendiamo».
Si potrebbe rivolgere a ciascuno noi la domanda di Teilhard de Chardin: “cristiani, incaricati di tenere viva la fiamma bruciante del desiderio, cosa ne abbiamo fatto dell’attesa del Signore?”.
L’Avvento mette in luce tutta la nostra umanità: quanto più si è umani tanto più si manifesta il divino che è in noi.