
«La lunghezza effettiva della vita è data dal numero di giorni diversi che un individuo riesce a vivere. Quelli uguali non contano»
(Luciano De Crescenzo)
Caro lettore, adorata lettrice,
il titolo del caffè odierno non costituisce un invito, neppure un augurio: è semplicemente un dato di fatto.
Magari non ce ne rendiamo conto, non vi diamo il giusto peso e attenzione, ma sta di fatto che ogni singolo giorno che viene è un giorno nuovo ed ogni singolo attimo può fare la differenza.
Lo scopriamo solo in circostanze particolari, liete o catastrofiche che siano, ma è proprio vero che un singolo istante può decidere della durata dell’esistenza, per cui dovremmo preoccuparci molto più di vivere il momento piuttosto che rimpiangere il passato.
Il tempo andato è sempre con noi, con pesi e felicità, ma il tempo futuro si gioca ora e, come in montagna, a volte la vita ci sorprende dietro un tornante. Quello che oggi ci fa piangere, domani potrebbe farci ridere o sorridere. Quello che ci angoscia, potrebbe essere la futura radice della nostra forza. Quello che ci fa montare la testa, potrebbe determinare un nostro smacco.
Ecco perché le parole del grande Luciano mi trovano solo in parte concorde, a seconda di come le si voglia interpretare. In effetti, non penso affatto che il poliedrico scrittore napoletano intendesse che solo i “giorni diversi” siano quelli vissuti per davvero. Se così fosse, la mia risposta, ancora una volta, sarebbe un cortese: no, grazie, preferisco vivere ogni singolo giorno.
Perché, caro lettore, adorata lettrice, pensaci un secondo e …concluderai che ogni giorno è necessariamente, fisicamente, inequivocabilmente diverso: e può fare la differenza. In bene o in male. E io credo che proprio questo fosse il messaggio di Luciano De Crescenzo.
D’altro canto, un certo Aristotele ha scritto: «Noi siamo quello che facciamo ripetutamente. Perciò l’eccellenza non è un’azione, ma un’abitudine».
Una contraddizione rispetto a quanto sinora sostenuto? Certo che sì. Ma anche no.
Perché il minuto è una ripetizione di secondi, l’ora è una ripetizione di minuti, il giorno è una ripetizione di ore e l’anno una ripetizione di giorni, ma ciò non toglie che siamo chiamati a viverli al meglio uno alla volta, uno dopo l’altro, ognuno per quello che è: unico e irripetibile. È questa “abitudine” – io direi “attitudine” – che ci rende eccellenti. O piuttosto: ci rende e ci esprime per il meglio di ciò che siamo e siamo chiamati a divenire, ad attraversare.
Allora di nuovo auguri di un anno nuovo! Vorrei ti donassi tempo e silenzio per ascoltare il suono della neve che cade.
Lo scrive Raymond Carver: «Certe volte si sente la neve cadere. Se si sta in silenzio e si ha la mente sgombra e si è in pace con se stessi e con tutto, si può stare stesi al buio e sentire la neve che cade».
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