Del Covid e dintorni. Domani sarà un altro giorno, uno migliore.

Indiscrezioni anticipano un lockdown generale su tutta Italia, una chiusura di tutte le città dalle 21 in poi, stati di necessità esclusi.

Questo se l’indice dei contagi (Rt) non dovesse scendere. È un tantino alto.

Le regioni sono 20 e venti le ordinanze, ci si aggrappa alla saggezza e lungimiranza dei Presidenti di regione, oramai considerati “sceriffi”: magari magari, fosse fosse che qualcuno ha delegato volutamente delle responsabilità? Ma che andiamo a pensare!

Altri indici e punti percentuali decideranno eventuali misure di prevenzione straordinarie.

Gli scienziati forniscono pareri discordanti, dipende dalle facoltà in cui insegnano, dal partito che votano, dalle parcelle.

Ristoranti, pizzerie e attività similari pagheranno un prezzo altissimo, le poche che ancora riescono a campare.

Non conosciamo con certezza i dati dei ricoveri e delle terapie intensive: occhio che non vede, non piange. Assistiamo da dietro i televisori a file estenuanti perché si possa essere sottoposti a tampone. Che grado poco gradevole di civiltà.

In alternativa ci si può rivolgere a laboratori convenzionati e riconosciuti dal Ministero, pagando: il prezzo di un tampone non potrebbe per legge essere superiore a 80 euro. E sti’ cavoli!

E qui inevitabile il divario tra quanto “genitore” Stato può offrire a noi popolo e quanto il popolo debba arrangiarsi con i propri mezzi economici, culturali e sociali.
Ma che discorsi da comunisti!

Rispondiamo che le intelligenze istituzionali non hanno potuto consultare Mago Merlino e Fata Morgana, non erano in questo mondo, l’Ufficio immigrazione indaga.

Le ultime tre classi delle superiori condannate alla didattica a distanza, gioia per gli studenti, per evitare congestioni virali sui mezzi di trasporto pubblici che funzionano su mandato dello Spirito Santo.

Maometto non andrà dalla montagna perché teme contagi e la montagna non trovando una mascherina grande a sufficienza si guarderà bene da ottemperare a un proverbio.
“Adda passà ‘a nuttata”.

Domani sarà un altro giorno, uno migliore.