Dalla perduta alla Beta

Sono nato nel 1982, annus mirabilis della vittoria della Nazionale italiana al Mundial di Spagna, passaggio sportivo e sociale importante, dopo anni caratterizzati da attentati e stragi che insanguinarono il nostro Paese. Associare l’apparsa su questa terra ad un evento storico è un modo utile per sentirsi parte di un periodo, una condivisione di idee, costumi e avvenimenti che unisce più individui. Ognuno ha anche la sua generazione, che definisce un’epoca a partire da grandi progressi o da eventi rilevanti, e dal 1º gennaio 2025 si entrerà nella Generazione Beta, che segue a quella Alfa che comprendeva coloro che sono nati tra il 2013 e il 2024.

Questa usanza di contrassegnare le generazioni, definite anche culturali, non è molto lontana nel tempo ma affonda le sue radici alla fine del XIX secolo, allorquando coloro che erano nati tra il 1883 e 1900 costituirono la Generazione Perduta. Nonostante lo sviluppo scientifico, le innovazioni e il trionfo del positivismo, il riferimento è indubbiamente legato alla prima guerra mondiale e al bagno di sangue che falcidiò milioni di persone, tra i quali i Ragazzi del ‘99, i diciottenni che nel 1917 furono mandati al fronte all’indomani della battaglia di Caporetto, momento drammatico per l’esercito italiano. La grande guerra fu al centro di tante opere letterarie, a testimonianza dell’orrore che segnò questo momento tanto sanguinoso . Fu Ernest Hemingway a diffondere l’espressione Lost Generation in un capitolo del  suo romanzo Fiesta, ma la maternità va attribuita a Gertrude Stein.

La generazione successiva, la Greatest Generation,

è quella vissuta tra le due guerre mondiali, che ha conosciuto profondi sconvolgimenti politici, come la grande depressione del 1929 e che ha preso parte alla carneficina della seconda guerra mondiale e a cui tutta l’umanità dovrebbe essere debitrice, quelli nati tra il 1901 e il 1927. L’espressione riprende il titolo del libro di Tom Brokaw.

Il dramma della guerra contraddistinse la Generazione Silenziosa, quella di coloro che nacquero dal 1928 al 1945. Oggi costituiscono in parte gli anziani della nostra società e sono coloro che hanno dovuto sopportare sacrifici e privazioni per superare anni difficili. Generazione dal nome incerto, tra di loro ci furono coloro che combatterono la guerra di Corea o quelli che un giorno diedero vita alle grandi rivoluzioni del 1968. La Generazione dei Boomers, o dei Baby Boomers, è rappresentata dai nati tra il 1946 e il 1964 durante il grande boom demografico e si potrebbe dire, in riferimento all’Italia, durante il boom economico del dopoguerra. È la generazione di coloro che hanno segnato un solco a cavallo tra i due millenni e che hanno promosso battaglie sociali. Kerouac e Salinger, due grandi autori, hanno segnato l’epoca del beat, quello durante il quale sono apparsi mostri sacri della musica, Beatles e i Rolling Stones su tutti, e nel quale gli hippy hanno animato grandi adunanze come Woodstock. È la generazione che al femminile ha assunto il coraggio di difendere i propri diritti liberandosi dell’atavica presenza e oppressione dell’uomo.

La Generazione X è una generazione interlocutoria, che dopo il boom demografico si preparava al passaggio dall’analogico al digitale. Questa generazione è nota per aver spostato l’età media delle nozze ai trent’anni e per la scelta di non volere figli nel matrimonio. Sono coloro nati tra il 1965 e 1980 che hanno vissuto in Italia gli anni di piombo ma che hanno assistito a grandi rivoluzioni sociali, come il referendum sul divorzio.

Io sono un Millennial poiché sono diventato maggiorenne proprio a cavallo del nuovo millennio, per l’esattezza nel 2000. È anche chiamata Y (1981-1996) la mia generazione che ha visto epocali eventi di geopolitica, come la caduta del Muro di Berlino o la strage delle Torri Gemelle, ha conosciuto la diffusione di internet come fenomeno di massa e la nascita del fenomeno Facebook, ma è anche una generazione che ha sofferto, e continua a farlo, per la difficoltà di trovare spazio nel mondo del lavoro.

Internet è un fattore decisivo nella determinazione della successiva generazione, quelli che hanno potuto utilizzare la rete dall’infanzia, e che chiamiamo anche nativi digitali. Gli appartenenti che costituiscono questo gruppo sono quelli nati dal 1997 al 2012, anche se non c’è un giudizio unanime sull’inizio dell’intervallo temporale (qualcuno la colloca al 1993). Sono indubbiamente più aperti e inclusivi ma dicono che soffrano di un persistente narcisismo.

La Generazione Alfa (2010-2025) è quella per chi è nato in questi anni che sono chiamati pure screenagers per la loro dipendenza dagli schermi di smartphone, tablet, pc. Sono coloro che hanno scelto TikTok come social di riferimento, abbandonando sostanzialmente Instagram. Calo demografico e perdita della centralità della TV sono tra le caratteristiche principali che segnano la generazione. Sono quelli che hanno visto caratterizzare la propria infanzia dal COVID-19 e in fondo possono essere anche chiamatiGenerazione COVID.

La Generazione Beta quella che seguirà vedrà molti dei suoi appartenenti arrivare al XXII secolo e probabilmente assisterà ad un ulteriore calo della popolazione.

Ognuno quindi ha la sua generazione di riferimento per sentirsi parte integrante di epoche che cambiano alla velocità della luce, in virtù dei profondi mutamenti che incidono sul nostro stesso vissuto e sul nostro essere. Conoscerle è un modo per comprendere le differenze con chi ci ha preceduto ma anche come relazionarsi con chi verrà dopo di noi, finché tempo ci sarà concesso.


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