Sessanta milioni di anime. L’Italia ai giovani. Troppo facile ridurre a numeri e motti un Paese complicato come il nostro, un Paese, l’unico forse, dove la Costituzione non sempre detta legge. Per un Codice Civile considerato superficialmente stantìo ed antiquato, la “nuda proprietà” rappresenta l’avanguardia etica del nuovo millennio, l’utilità che sottolinea finalmente la convinzione che tutti, in fondo, siamo qui di passaggio, solo una parentesi di un testo biografico sotto il quale non conviene apporre alcun sigillo notarile.

Si tratta, sostanzialmente, di un fenomeno che va di pari passo con l’evoluzione demografica dello Stivale. Vendere il proprio immobile tenendo per sé il diritto di viverci per tutta la vita. Un vantaggio sia per un anziano che incassa subito un capitale che lo aiuterà a godersi a pieno gli ultimi anni rimastigli, sia per l’acquirente che si assicura, oggi e ad un prezzo agevolato, quattro mura dentro cui poter abitare domani.

Un giusto compromesso, insomma, la prospettiva di un presente propedeutico al futuro, il carpe diem legale che riconsegna dignità a ragazzi di terza età un po’ bistrattati ma dall’enorme vitalità, una gioventù senile che, ogni fine mese, percepisce pensioni umilianti con le quali tirare avanti.

Nomen omen, per l’appunto. La nuda proprietà, probabilmente, ci spoglia di tutti i pregiudizi che ci portano a considerare invalicabile il confine del pudore travestito da buon senso. Tuttora, infatti, ci sentiremmo straniti nell’assistere a peripezie spericolate di ultrasettantenni, parremmo addirittura imbarazzati ed inteneriti di fronte al matrimonio di centenari innamorati, come se la passione non potesse loro appartenere, come se non avessero nulla di meglio da offrire di un nostalgico passato.

Largo alle nuove generazioni, quindi, quelle che degustano un vino d’annata apprezzandolo e custodendolo. Investire nel ripostiglio dei ricordi di gente nichilista nei confronti della morte, ritrovarsi in mano un bene prezioso che trascende qualsiasi stipula contrattuale, una tacita alleanza con cui il do ut des assume connotazioni positive.

‘’Non è un Paese per vecchi’’ il nostro, ma semplicemente una famiglia a tutto tondo saldata da legami di fratellanza, che si tratti poi dei Fratelli Coen o dei Fratelli d’Italia, bè’ questa è un’altra storia…