Un “opuscolo” come lo definisce la curatrice, la dott.ssa Grazia Milano, che è una guida a leggere tra segni e disegni

«Perché un opuscolo sul disegno infantile? Perché in questi anni di esperienza clinica – scrive la psicologa Grazia Milano – nel settore ambulatoriale del presidio “A. Quarto di Palo e mons. Di Donna” ho cominciato a raccogliere, per preservarli dall’usura del tempo, i disegni di bambini affetti da disabilità o disturbi, valutati con i test grafico-proiettivi nel corso di esami psicodiagnostici. Subito mi sono resa conto che si trattava di materiali preziosi, di una profondità che spesso ha stupito anche me: dopo tanti anni la loro rilevanza mi ha dunque indotto a divulgarne i contenuti».

Stupore, profondità, rilevanza e, ci si azzarda ad aggiungere, significanza: una quaterna di parole che, a mo’ dei quattro poli di una bussola, tanto appaiono utili al nostro tempo.

Stupore: ovvero capacità di meravigliarsi del bello che è sotto ai nostri occhi e che rischiamo di non apprezzare per forza di abitudine. Profondità: per resistere alla tentazione di vivere in superficie. Rilevanza: per discernere ciò che è importante da ciò che non ha peso. Significanza: perché nella stagione del relativismo imperante, noi tutti abbiamo bisogno di senso.

I “Diversegni” sono accompagnati da didascalie interpretative e preceduti da brevi e illuminanti Linee guida per presentare e interpretare sia il test di Machover che quello di Corman.

Accade così che quello che la curatrice definisce umilmente un “opuscolo” (Simone Weil ammoniva: “Non c’è nulla di più prossimo alla vera intelligenza dell’umiltà”…), si staglia come una guida capace di introdurci nella interpretazione di segni e disegni, quelli di bambini con disturbi o disabilità, ma, si direbbe, anche quelli di tutti gli altri bambini, perché, come spiega ancora la dott.ssa Milano: “Nel momento in cui un bambino, tra i quattro e i cinque anni, rappresenta figure umane complete, ci offre uno strumento straordinario per ‘leggere’ dentro di lui, assai più di quanto non consenta il linguaggio […]. I bambini disegnano ciò che è importante per loro: in primo luogo le persone e, in secondo luogo, tutto ciò che li circonda. Analizzare i disegni dei bambini consente quindi di individuare stati d’animo, conflitti emotivi che hanno dettato inconsciamente al piccolo certe forme e accostamenti”.

Parole che valgono per i bambini normotipici, che valgono ancor di più per i bambini affetti da disabilità o disturbi, ma che possono e devono valere anche per i grandi le cui relazioni determinano non poco le reazioni emotive e inconsce dei bambini.

Si racconta che a Madre Teresa di Calcutta una giovane in discernimento avesse chiesto: “Madre, cosa posso fare per la pace nel mondo?” – “Torna a casa e ama la tua famiglia”, fu la risposta di santa Teresa.
Dal canto suo, Pablo Picasso ebbe a confessare: «Ho imparato a dipingere come Raffaello; adesso devo imparare a disegnare come un bambino».