
Il castello di Otranto, che per primo ogni giorno vede la prima alba d’Italia, ospita fino al prossimo 2 ottobre la mostra Icons di Steve McCurry.
Steve McCurry è considerato una delle voci più autorevoli della fotografia contemporanea. La sua maestria nell’uso del colore, l’empatia e l’umanità delle sue foto fanno sì che le sue immagini siano indimenticabili.
Steve McCurry – Icons è una mostra che raccoglie in oltre 100 scatti l’insieme e forse il meglio della sua vasta produzione, per proporre ai visitatori un viaggio simbolico nel complesso universo di esperienze e di emozioni che caratterizza le sue immagini.
Con le sue foto Steve McCurry pone il visitatore a contatto con le etnie più lontane e con le condizioni sociali più disparate, mettendo in evidenza una condizione umana fatta di sentimenti universali e di sguardi la cui fierezza afferma la medesima dignità. Guardando le sue foto è possibile attraversare le frontiere e conoscere da vicino un mondo che è destinato a grandi cambiamenti.
La mostra si apre con una serie di ritratti, di icone appunto, che a partire dagli anni ottanta il fotografo di Philadelphia ha iniziato a scattere con l’intento dichiarato di raccogliere quanti più scatti possibili che fossero rappresentativi del mondo e dei suoi cambiamenti a volte inarrestabili. Gli sguardi penetranti dei soggetti ritratti, perlopiù provenienti da angoli remoti dell’Asia, lasciano lo spettatore turbato. In quegli sguardi, dietro la bellezza delle immagini e dei colori, c’è tutta la tragedia dello stare al mondo, l’inconsapevolezza del vivere e di una possibile diversa condizione; la storia di interi popoli, etnie e tribù passa attraverso quegli occhi che guardano fissi oltre l’obiettivo e finiscono per commuovere lo sguardo occidentale spesso troppo distratto.
Le immagini si alternano tra scenari di guerra, paesaggi mozzafiato, popoli e tradizioni quasi estinti e profughi come Sharbat Gula, la ragazza che McCurry ha fotografato nel campo profughi di Peshawar in Pakistan e che è diventata un’icona assoluta della fotografia mondiale. La foto Ragazza Afgana, scattata nel 1984 e successivamente pubblicata sulla copertina del National Geographic nel 1985, divenne il simbolo dei conflitti afgani negli anni ottanta; gli occhi di ghiaccio e l’espressione del viso di Sharbat resero l’immagine celebre in tutto il mondo. L’identità della ragazza è rimasta sconosciuta fino al 2001 quando McCurry ebbe la possibilità d’intraprendere una ricerca sulle sue orme, con la collaborazione di un team del National Geographic. McCurry riuscì a trovare la ragazza in una regione remota dell’Afghanistan: si trattava di Sharbat Gula, ormai trentenne, sposata e madre di tre figlie. Sharbat non era molto interessata alla fama, tuttavia si mostrò contenta quando seppe che la foto era diventata un simbolo della dignità del suo popolo. Quindi accettò di farsi scattare un’altra foto. L’intera storia di Sharbat e della ricerca di McCurry sono raccontate in un documentario edito dal National Geographic e disponibile in un dvd facilmente reperibile in commercio e proiettato in una sala dedicata lungo il percorso fotografico.
La mostra, che si snoda per ben due piani del castello cinquecentesco, racconta anche e soprattutto l’idea di fotografia McCurry e indossando l’audioguida (indispensabile per una completa comprensione della mostra) si possono ascoltare alcune idee e consigli sulla fotografia assolutamente memorabili. La pazienza, lo studio, i tentativi, le prove, le ripetizioni sono tutti elementi imprescindibili nella sua concezione di fotografia. Una buona foto, dice la voce tradotta dell’audioguida, deve raccontare una storia, suscitare emozioni e insegnare qualcosa sulla vita. Una buona foto è quella che ti accompagna per tutta la vita, insinuandosi e lavorando nella psiche, assumendo di volta in volta un significato nuovo.
Non occorre essere esperti di fotografia (sempre che si possa essere esperti di qualcosa) per godere della mostra di McCurry, occorre solo lasciarsi trasportare dalle immagini.
Steve McCurry. Icons
Date: 19 Giugno – 2 Ottobre 2016
Sede: Castello Aragonese – Piazza Castello, Otranto (LE)
Orari: Tutti i giorni dalle 10 alle 24. (La biglietteria chiude un’ora prima della chiusura del Castello)
Informazioni: Tel. +39 0836 210094
Biglietti: La mostra sarà visitabile con il biglietto del Castello
Intero € 10,00
Ridotto € 8,50 per gruppi di almeno 12 visitatori, apposite convenzioni e possessori della Otranto Card
Ridotto € 5,00 per ragazzi dagli 11 ai 18 anni e residenti nel Comune di Otranto
Gratuito per minori di 10 anni, disabili e un accompagnatore, guide turistiche con patentino (con gruppo)
Audioguide: disponibili in italiano e in inglese
Noleggio apparecchio singolo € 4,00; doppio € 6,00