Multiethnic milenial people taking selfie sticking out tongue with happy faces - Funny life style and integration concept with interracial young friends having fun together

“La pazzia, a volte, non è altro che la ragione presentata sotto diversa forma”

(Goethe)

Molto spesso utilizziamo inconsapevolmente e con poca coscienza molte parole, non ne conosciamo il reale significato. “Lui è pazzo”, oppure “lei non sta bene”. Ma quante volte ci chiediamo effettivamente cosa significa “pazzia”, depressione, alcolismo. Ma soprattutto cosa significa “malattia mentale”? E con ciò intendo cosa significa essere “malati mentali”. Innanzitutto la malattia psicologica è uno stato o una sindrome di malessere interiore che condiziona la vita delle persone in modo negativo, creando diversi scompensi quotidiani.

Si ha una concezione negativa su questo argomento, come giusto che sia, la paura è naturale, soprattutto sugli aspetti salutari, fisici e mentali. Partiamo col dire che tutti, chi più, chi meno, affrontiamo ostacoli intimi. Mi hanno sempre detto che la famiglia perfetta non esiste. Dato che la perfezione non esiste, ci troviamo a vivere e ad affrontare le disfunzionalità che quel determinato ricordo o evento ci crea.

Proviamo un costante rifiuto nei confronti delle problematiche psicologiche, molto spesso per paura, per aspetti legati alla cultura, ma principalmente per una questione di “via di fuga”. Si pensa, inconsapevolmente, che scappare o distrarsi tutto il giorno dai nostri pensieri e sensazioni possa risolvere il problema o semplicemente per allontanarsi da esso. Qui, molto probabilmente, risiede l’errore più grave. La terapia insegna che bisogna saper ascoltarsi qui-e-ora. L’esempio più rappresentativo è l’attacco di panico.

Alcuni sintomi di questo disturbo sono: tachicardia, paura e sensazione di pericolo imminente. La prima cosa che siamo portati a fare è scappare. In quel momento ci rifiutiamo di provare quelle sensazioni, abbiamo paura di quello che sta succedendo o di quello che pensiamo potrebbe accadere. Scappando, però, non facciamo altro che aumentare quelle sensazioni, percependole più intense e più infinite.

Purtroppo non possiamo scappare da noi stessi, dalla nostre psiche. L’unica cosa che ci rimane da fare è restare. Restare significa ascoltarsi. Nel caso del panico, il disturbo vuole “proteggerci” da un ricordo o da un possibile pericolo (quello che noi percepiamo tale). Ascoltando quelle sensazioni, respirare per sentire il nostro corpo ci aiuterà a controllare quell’emozione, conoscerla e, per momenti di panico, superarli. Conoscere noi stessi, come vediamo il mondo, cosa sentiamo è il primo passo per non cadere nel burrone. Ma nel caso dovessimo cadere, avremo gli strumenti per uscire da quella oscurità.

Ovviamente il mondo della psiche è molto vasto, e non sono un dottore in questo, ma dopo anni di terapia ho capito tante cose in merito alla salute mentale. “Essere malati mentali” è un affermazione sbagliata. Confondiamo l’essere con l’avere. La malattia mentale, per certi aspetti, può portarti a diversi benefici. Iniziando a curarla, conosciamo molto di noi stessi, le nostre qualità, capacità. Questo è un mondo introspettivo. Questo anche nelle malattie più strutturali. Se dovessimo fermarci un minuto a domandare ad una persona con un problema grave, scopriremo che quella persona è semplicemente una persona, in tutta la sua unicità.


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