I cristiani sono credenti quando camminano alla scuola di Cristo, non certo quando usano Cristo a loro uso e consumo

Siamo abituati ad ascoltare, specie nei contesti religiosi, che l’uomo è ‘immagine e somiglianza di Dio’ (cfr. Gn 1,27). Personalmente mi viene spesso da pensare che questa espressione biblica, non di rado, venga capovolta.

Credo che sia assolutamente vera oggi l’interpretazione che Senofane di Colofone, sapiente greco, dava degli atteggiamenti religiosi. In maniera assolutamente geniale, nel contesto del politeismo greco, egli affermava che gli uomini proiettavano l’immagine che essi avevano di sé nei confronti delle divinità dell’Olimpo.

Gli studiosi hanno parlato dunque di antropomorfismo religioso, lo stesso che sarebbe stato ripreso nel XIX secolo da Feuerbach, per qualificare l’atteggiamento di chi proietta su Dio l’immagine di ciò che egli stesso è.

In altri termini i greci proiettavano i propri vizi e le proprie visioni del mondo sugli dei. La nostra società non è politeista ma, nonostante questo, credo che ciò che Senofane affermava sia vero anche oggi.

Non è difficile infatti trovare cristiani che si costruiscono un Dio a propria immagine e somiglianza. Sembra strano che persone che credono in un solo Dio, di fatto, quando ne parlano hanno visioni completamente diverse. Sembra dunque che Dio debba corrispondere all’idea che più piace e che, del Vangelo, conta ciò che più interessa e non ciò che potrebbe infastidire.

Nell’antropologia biblica, però, l’uomo è immagine di Dio in quanto capace di relazionarsi con Lui. La persona umana è sua somiglianza quando si realizza nel progetto che il Signore ha pensato a suo favore. Quando, al contrario, si piega il volere di Dio a proprio piacimento, di fatto si resta nel paganesimo e non si incontra nessun Dio, se non la proiezione di sé stessi.

Dietro l’incapacità di riconoscere Dio, c’è l’incapacità di accogliere l’umano, disconoscendo l’alterità nella differenza. L’incapacità di dire: io sono l’altro. Non esiste un Cristo a propria immagine e somiglianza. Vi è l’uomo Gesù, Figlio di Dio incarnato, che realizza invece l’autentica immagine e somiglianza di Dio, nella sua unicità.

I cristiani sono dunque credenti quando camminano alla scuola di Cristo, non certo quando usano Cristo a loro uso e consumo. Senofane, con il suo antropomorfismo, pur dopo molti secoli, ha ancora ragione.

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