
Dedicato a Gianfranco Conte, morto a Brindisi sul lavoro
Non è ora per uno schiacciamento,
eppure trova il momento la morte
per dire la sua.
In un angolo oscuro sollevando
il grosso peso rimane
compresso da un macchinario
dicono che da un delitto involontario
la morte non trova la sua mano
e la vita rimane paralizzata
da un omicidio colposo.
Senza crudeltà ma senza tregua
galleggia nell’annuncio
la vita sospesa da un castigo
senza esecutore, ma con un mezzo
pesante che taglia la respirazione
quando il silenzio fa
un buco in mezzo al pensiero
e il tentativo di muovere una gamba,
di stendere un braccio
diviene un prolungamento del sangue.
Piange, piange una famiglia
la perdita di un figlio.
Piange, piange la società per quello
che non è naturale, per quello
che si accetta come rischio,
dovuto a una cultura
al bordo dello scendere
nella barbarie.