
Nota d’autore:
Propongo qui di seguito alcune mie poesie tratte da un libro pubblicato lo scorso anno dalla casa editrice Macabor, dal titolo Miracoli del giorno.
Si tratta in realtà di azioni di buon senso e di semplice umanità che spetterebbe agli uomini compiere, ma gli uomini di questa società, di questo paese, non riescono più a essere sufficientemente umani da impedire che persone disperate che attraversano il mare in cerca di un futuro dignitoso affoghino in tanti, in troppi, nel disinteresse o peggio nella volontà criminale di favorire i naufragi, non riescono a impedire che tanti lavoratori perdano la vita nei cantieri, nelle fabbriche. Che ci si tolga la vita per un fallimento, che si perseveri nella diffidenza e nel razzismo nei confronti di chi appare diverso. Così i santi danno il buon esempio, fanno vedere come si fa, dimostrano che non è impossibile conservare un briciolo di umanità.
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Io sono Abdelaziz, quello del mare che inghiotte, Abdel
in bilico sul bordo della barca, sul bordo
dei sogni, quello del cielo azzurro e della notte
che avanza strisciando, della barca che si rovescia nel buio
e spalanca l’alfabeto sonoro del terrore.
Abdelaziz del freddo che assorbe, della imperscrutabilità dei pesci,
dell’acqua che diventa uno scintillio di voci, di grida,
fanfara dolorosa di destini senza più nome.
Abdelaziz che ha conosciuto il privilegio di una mano che l’afferra,
l’ha scaraventato nell’inchiostro del cielo, su su, ha volato
come un uccello senz’ali, Abdel che tremava nell’aria,
che ha sentito la terra, è caduto, ha visto in faccia
quell’uomo, si è specchiato nella sintassi di rughe,
nella fronte da contadino, Io Abdelaziz, da Wajid, Io
Giuseppe, ha detto soltanto, vengo da Copertino.
Abdelaziz in piedi sulla barca. Gli è stato rivelato
che morire non è solo un’ipotesi, una parentesi chiusa,
un’equazione, una faccenda trascurabile.
Abdelaziz che ha volato nell’aria, le stelle affacciate.
Abdelaziz che Giuseppe afferra col braccio da contadino,
Giuseppe di poche parole, sparito nel buio.
Io sono Abdelaziz, quello della barca, del mare che inghiotte.