Goduria d’estate.
Gli steli d’avena nei campi
Si accapigliano in ori di luce.
Salivando un verme, il merlo,
Ostenta il suo becco d’oro.
Il ginepro stordisce,
D’aromi pungenti, le nari del bue
Che rivolta la polverosa zolla
Col lucido, affilato ferro.
Un cielo di fuoco riempie gli occhi
Ma non acceca la speme
Volta a scavalcare ovili,
Steccati immaginari divelti,
Orizzonti fiammanti d’occasi
In un tripudio di zampillanti pensieri.
Immagini che accudiscono
Un cuore, serenamente adagiato,
Stordito d’emozioni
In un petto di fieno.
Scende la sera.
L’onda si cheta e la via lattea
Si accende di pace:
Sembra toccarla in preghiera…
02/07/2024.