«Non abbandonarti mai alla disperazione: non mantiene le promesse»

(Stanislaw Jerzy Lec)

Prometto, dismetto, commetto, frammetto, ometto, trasmetto, ammetto, permetto: caro lettore, adorata lettrice, non ti preoccupare, non sei tu che non mi comprendi, sono proprio io ad essere strano!

È che a volte mi parte la rotella della creatività e mi metto a giocare con le parole che, sono convinto, hanno spesso un valore rivelativo superiore a quanto possiamo sospettare.

Nel caso di specie, riflettevo sul significato del verbo “promettere” che ha una storia affascinante. Deriva latino promittere, composto da “pro”, una preposizione che indica movimento in avanti, quindi “prima di”, “invece di”, “per”, e dal verbo“mittere”, che significa “mandare”, “gettare”, “inviare”. Originariamente, “promittere” significava quindi “mandare avanti”, ovvero “far precedere” un’azione o un evento. In effetti, comunemente usiamo “promettere” per dire che “assicuriamo” o “ci impegniamo a fare qualcosa in futuro”.

Ed è questo che mi fa sorridere: chi di noi è in grado di “assicurare il futuro”? Chi di noi sa cosa saremo e, ancor prima, se ci saremo, domani? Eppure, a pensarci, tutta la nostra vita si fonda su poche, essenziali, imprescindibili promesse: siamo nati da una promessa d’amore, quella medesima promessa ci ha allevati ed educati, è una promessa ciò che fonda la nostra vita affettiva, lavorativa, professionale.

Si fanno promesse gli innamorati e gli amici. Promesse a non finire, gli amanti. Promette aiuto un volontario. Promette sicurezza un poliziotto. Promette cura un dottore, ma anche un professore.

Promesse: cambiali in bianco in cambio di un pegno di amore che, checché se ne dica e pur con tutti i limiti e gli sbandamenti, fa girare il mondo. Perché promettere non vuol dire solo impegnarsi (altra etimologia avvincente: vuol dire “darsi in pegno”…) o garantire. Significa anche fondare un’aspettativa positiva. In altri termini: dare speranza e speranze.

Curiosità spicciole. L’espressione latina “promittere Romam et Toma” (promettere Roma e Toma), indicava l’atto di fare promesse grandiose e irrealizzabili. Ed è lì che mi è partita la rotella!

Della serie: se prometto troppo, corro l’azzardo di “dismettere” le persone, con ciò commetto un delitto, rischio di frammettere false aspettative e di omettere i doveri minimi di lealtà e trasparenza. Insomma, finisco per trasmettere un messaggio antitetico a quello per cui nasce una promessa: uccido la speranza.

OK, caro lettore e adoratissima lettrice, ammetto di aver esagerato e prometto: non mi permetterò mai più!

Promesse, sempre promesse. Alcune tradite, altre mantenute a prezzo di tradimenti. Ma l’etimologia del verbo “tradire” meriterebbe un altro caffè: non prometto niente in proposito, ma chissà!

Harvey B. Mackay: «Fai ciò che ami, ama ciò che fai, e mantieni più di quanto hai promesso».

Khalil Gibran: «Dite le vostre promesse, ma non fate di esse catene per voi stessi, né per gli altri. Perché la vita non è statica come un pensiero; essa scorre sempre».

Johann Wolfgang Goethe: «Quando ti fiderai di te stesso, saprai come vivere».


FonteFoto di Womanizer Toys su Unsplash
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La mia fortuna? Il dono di tanto amore che, senza meriti, ricevo e, in minima parte, provo a restituire. Conscio del limite, certo della mia ignoranza, non sono mai in pace. Vivo tormentato da desideri, sempre e comunque: di imparare, di vedere, di sentire; di viaggiare, di leggere, di esperire. Di gustare. Di stringere. Di abbracciare. Un po’ come Odysseo, più invecchio e più ho sete e fame insaziabili, che mi spingono a correre, consapevole che c’è troppo da scoprire e troppo poco tempo per farlo. Il Tutto mi asseta. Amo la terra di Nessuno: quella che pochi frequentano, quella esplorata dall’eroe di Omero, ma anche di Dante e di Saba. Essere il Direttore di "Odysseo"? Un onore che nemmeno in sogno avrei osato immaginare...