
Livio Minafra ne ricostruisce la storia
Pionieri. Un manipolo di ruvesi alla scoperta del Jazz. Da Enzo Lorusso che collaborò con Perez Prado, Fred Bongusto e il Festival di Sanremo, a Filippo Pellicani, sassofonista di Bruno Giannini, da Santino Dirella che collaborò con Rabagliati e Nicola Arigliano, a Nunzio Jurilli in tourné fino in Giappone, e a Santino Tedone primo clarinetto dell’Orchestra Rai di Roma dagli anni ‘50 agli ’80, presente in tante trasmissioni televisive con Mina. Sono i musicisti ruvesi che hanno dato vita a una stagione musicale indimenticabile quanto poco conosciuta.
Ci ha pensato Livio Minafra a ricostituire quella straordinaria esperienza: idealmente ma anche nella concretezza di un progetto di recupero di un pezzo di storia della musica pugliese. Compositore e pianista jazz, ruvese anche lui e docente al Conservatorio di Bari, Livio è figlio di Pino Minafra, riconosciuto ormai da decenni tra i maggiori jazzisti italiani e internazionali. Oggi Livio è impegnato in una ricerca che ha presentato nei giorni scorsi nel teatro della sua città natale, e alla quale ha dato la forma di un docufilm che raccoglie video, foto, audio e una lunga serie di interviste/testimonianze ad anziani protagonisti, sopravvissuti di quella stagione di creatività, eredi e persone che condivisero una esperienza indimenticabile. Regia e sceneggiatura sono di Lorenzo Zitoli e Salvatore Magrone.
Nel suo docufilm tante voci. La testimonianza inedita del Maestro Peppe Vessicchio che ricorda il suo esordio in Rai nel 1986, vittima dello scherzo a cui lo sottopose il ruvese Santino Tedone nell’orchestra Rai di Roma, per metterlo alla prova -come gli piace raccontare-. E, tra gli altri, i ricordi di Franco Chiarulli, il gommista di Ruvo di Puglia. “Pochissimi sanno che suonava tromba e vibrafono -dice Livio-. Ma riavvolgiamo il nastro. La Scuola di Musica Comunale di Ruvo di Puglia era attiva già da fine ‘800. Intere generazioni, soprattutto i ragazzi più poveri, hanno imparato, gratuitamente, a suonare e conoscere gli estratti d’Opera Lirica riarrangiati per Banda ed eseguiti in Cassa Armonica. Oltre al contributo di Francesco Porto, è sotto la direzione dei fratelli ruvesi Amenduni che la Scuola raggiunge il suo splendore, dagli anni ‘20 agli anni ’60 del secolo scorso. Nell’immediato dopoguerra, complice anche l’entusiasmo della liberazione e per le esperienze portate dagli Americani, alcuni musicisti della Banda vengono decisamente attratti dal jazz. Famosa per i suoi fiati -clarinetti, sassofoni, trombe, etc-, Ruvo comincia così a sfornare una classe di sassofonisti jazz, e non solo, che farà parlare di sé in tutta Italia e fuori”.
L’opera di recupero storico a cui Minafra e i suoi collaboratori hanno messo mano e cuore non è conclusa, e il lavoro di cui Livio ci ha autorizzato a presentare alcuni minuti, sta progredendo man mano che la ricerca prosegue.
Livio Minafra ha vinto per ben tre volte, nel 2005, 2008 e 2011, il prestigioso premio Top Jazz. Fatta di elementi di provenienza diversa, in una linea di contaminazione che fonde sonorità orientali e etniche, la sua musica trova una forte connotazione nella improvvisazione. Ha pubblicato in piano solo La dolcezza del Grido (Leo Records, Uk), La fiamma e il cristallo (Enja Records – De) e Sole Luna (Incipit Records – It) e “Surprise!!!” con il suo Livio Minafra 4et (Enja Records – De). Ha scritto le musiche del film Ameluk di Mimmo Mancini e di Essere Gigione di Valerio Vestoso.