
La paura di non essere connessi
La tecnologia ha portato sicuramente nella vita di tutti i giorni un sacco di vantaggi e funzionalità positive, ad esempio l’accessibilità per tutti nel trovare delle informazioni su internet e la velocità di comunicare con parenti o amici attraverso videochiamate o chat, tanto che anche mantenere rapporti distanti è diventato più semplice e consueto. Quindi l’invenzione del cellulare, come mezzo più pratico per comunicare, abbinato a Internet ha facilitato ogni tipo di divulgazione. Questa, infatti, è molto più veloce, sia a livello personale che a livello mondiale. Perciò per ogni persona è facile mandare un messaggio privatamente ai propri cari, quanto lo è far arrivare una notizia a molta più gente.
Col tempo l’evoluzione ha fatto sì che nel ventunesimo secolo i cellulari non avessero la semplice funzione mediatica, ma assumessero sempre più particolarità diverse tra loro. Come quella più considerata da noi nuove generazioni di condividere sui social network foto, video e pensieri sotto forma di post o story su Instagram o altre applicazioni. Di conseguenza i vantaggi sono stati affiancati anche da tante complicazioni, come il pensiero fisso per molti utenti di aggiornare continuamente le proprie pagine social o l’abitudine, a tratti ossessiva, di curiosare tra gli aggiornamenti altrui.
Non è un fenomeno da sottovalutare perché è molto diffuso ed ha anche un nome: l’espressione inglese Fear of Missing Out, il cui acronimo è FOMO. La FOMO è una forma di ansia sociale che letteralmente vuole esprimere la paura di essere tagliati fuori, in particolare da opportunità di interazione sociale. Questo comporta l’esigenza di dover continuamente pensare e portare contenuti che possano essere apprezzati. Pertanto si è passato dal semplice passatempo quotidiano di condividere le proprie passioni, all’ossessione di essere sempre visibili, fino a giungere al terrore di essere esclusi dal mondo social.
È un comportamento che possiamo notare in maniera evidente in ogni adolescente che vuole raggiungere l’approvazione dalla società.
I social possono essere stimolanti e creativi, se li si vivono in maniera distaccata e disinteressata, ma ricordando che, al di là di quello che possiamo trovare dietro lo schermo, c’è un mondo che non conosciamo, poiché troppo impegnati a voler mostrare a chi ci segue sui social la nostra esistenza apparentemente perfetta. In realtà, la solitudine e l’insoddisfazione della propria vita portano a ritenere migliori quelle degli altri, per poi fingersi delle top star su internet. Solo che una persona non è ciò che decide di postare: è sempre altro e oltre.