Non comprende l’uomo calcolatore
per quanto ci provi a capire il ‘sì strano
criterio alla base del Seminatore
che sparge copioso, aperta la mano,
il seme prezioso ch’è vita in potenza:
non sparge nel solco, lo lancia lontano…
sul nero catrame, di morte parvenza,
l’uccello lo vede, lo punta, si fionda:
quel seme lì sopra ha breve giacenza.
Cadere lo lascia su pietra rotonda
lì dove il terreno ha pochissimo peso:
radice morrà prima d’esser profonda.
Permette che cada tra i rovi disteso,
crescendogli intorno, lo soffocheranno:
a preoccupazioni ed affanni si è arreso.
Su morbida terra, più lieve d’un panno,
il seme può infine trovare dimora
nel suolo fragrante: gli antichi lo sanno
che appena vangato il terreno ha un odore
di buono, di fresco, di fertile grembo…
e passano i mesi, i giorni, le ore…
quel seme ignaro caduto sul lembo
muore nel buio, rinasce, da vita:
promesse di pane in estate ha sul gambo.
Magnanimità di Chi a larghe dita
non siede a stilar dei ricavi il diagramma;
segreto per chi della propria vita
vuol far quel che fa nel buio la fiamma.