Didattica a Distanza e …in Presenza
Premessa
Con il DPCM del 4 marzo 2020 sono state sospese le attività didattiche in presenza in tutte le scuole e la sospensione si è prolungata, tranne che per qualche breve periodo, sino ad oggi.
All’improvviso ci si è trovati di fronte alla necessità di continuare le attività didattiche a distanza; tutte le scuole italiane hanno dovuto pensare, dall’oggi al domani, a metodologie e strumenti funzionali a supportare gli interventi didattici in un contesto nel quale non ci si era mai trovati prima!
Nel primo trimestre dello scorso anno poche istituzioni scolastiche erano preparate ad affrontare le difficoltà derivanti dalla pandemia e dal conseguente lockdown. A dire il vero, già dal 2014 esistevano piattaforme digitali appositamente progettate per la didattica, come, ad esempio, Google Suite for Education; solo pochissime istituzioni scolastiche, però, le avevano attivate e le utilizzavano nell’ambito della pratica didattica quotidiana in presenza.
Bisogna riconoscere che, negli anni immediatamente precedenti al pericolo COVID, il MIUR aveva avviato diversi percorsi formativi rivolti al personale docente e inseriti nel Piano Nazionale di Formazione dei Docenti, tra le azioni previste dal Piano Nazionale della Scuola Digitale (PNSD – uno dei pilastri fondamentali delle Legge 107 del 2005).
Molti dei suddetti progetti focalizzavano contenuti inerenti agli strumenti che le piattaforme digitali mettono a disposizione del mondo della scuola per una didattica innovativa e al passo con le nuove tecnologie; mi riferisco in particolare, in base alla mia esperienza di formatore, alle applicazioni Google inserite nella piattaforma GSuite: Classroom, Drive, Meet, ecc.
Pandemia e Rivoluzione Digitale
La necessità di mettere in condizione i docenti, in tempi rapidi, di acquisire le competenze necessarie a gestire le attività didattiche a distanza (DAD) ha impresso una formidabile accelerazione alla formazione degli stessi sulle tematiche del digitale; per il mondo della scuola, in relazione alla digitalizzazione e all’innovazione tecnologica, la pandemia si è rivelata, senza dubbio, un’opportunità!
Oggi quasi tutte le scuole hanno attivato e utilizzano piattaforme digitali per la DAD: ci sono scuole che lavorano con Google Suite, altre che hanno adottato Microsoft Office 365 e altre ancora che usano strumenti diversi.
Di conseguenza tutti gli insegnanti, (o quasi), oggi sono in grado di condurre una videolezione con Google Meet oppure con Microsoft Teams (per fare i nomi delle applicazioni più diffuse); tutti sanno gestire una classe virtuale, somministrare e correggere compiti online, predisporre materiali didattici in formato digitale.
L’innovazione digitale è intervenuta anche a supporto dell’organizzazione e dell’amministrazione scolastica: è ormai prassi consolidata quella di organizzare le riunioni degli organi collegiali a distanza e di deliberare nell’ambito di un Collegio dei Docenti, di un Consiglio di Istituto o di un Consiglio di Classe.
Credo di poter affermare che il COVID-19 stia tracciando un solco indelebile tra la scuola pre-pandemia e quella post-pandemia.
Didattica a Distanza e in Presenza
Leggo spesso articoli di eminenti opinionisti, nonché di personalità del mondo della politica e di commentatori vari, (più o meno vicini al mondo della scuola), che esprimono pareri critici e a volte tendono a stroncare l’esperienza della “Didattica a Distanza”.
Non sono assolutamente d’accordo!
Sulla base della mia esperienza di docente in una scuola secondaria di secondo grado, ma anche sulla scorta dei feedback ricevuti durante gli incontri formativi con docenti appartenenti a scuole di ogni ordine e grado, posso sicuramente affermare che, al netto delle indiscutibili criticità derivanti da problemi di carattere tecnico e logistico, il bilancio di questi mesi di didattica a distanza è stato positivo.
Abbiamo avuto modo di sperimentare nuove modalità di interazione con i nostri studenti, utilizzando canali di comunicazione senza dubbio molto più vicini alle sensibilità dei “nativi digitali”; oggi siamo in grado di comunicare tramite “post”; sappiamo avviare e gestire gli studenti in una video lezione; riusciamo a predisporre compiti online che poi riusciamo anche a correggere e a restituire usando il canale digitale.
Possiamo affermare, quindi, che tutti – docenti, studenti, famiglie, personale della scuola – abbiamo acquisito competenze di cittadinanza digitale sempre più importanti per affrontare le sfide di un mondo che sta cambiando molto velocemente.
In questo contesto, inoltre, l’introduzione dell’insegnamento di Educazione Civica, in particolare nella sua articolazione relativa alle competenze di cittadinanza digitale, ci offre l’occasione per lavorare sulla consapevolezza nel ricorso alle nuove tecnologie a scuola e per focalizzare l’attenzione di docenti e studenti sugli aspetti relativi alla sicurezza e alla privacy online.
Certamente questa “evoluzione forzata” è costata tanta fatica, soprattutto a quegli insegnanti che, per motivi di età, sono tutt’altro che nativi digitali!
Lungi da me l’idea che la didattica a distanza possa essere un’alternativa alla didattica tradizionale!Ritengo, piuttosto, che la didattica a distanza possa essere considerata complementarealle tradizionali modalità di fare scuola.
Gerardo Zenga
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Come presidente del Centro don Bosco, che ha organizzato, promosso e realizzato vari percorsi incentrati sulle opportunità che l’utilizzo della digitalizzazione apre anche e soprattutto alla didattica in presenza, ho chiesto al prof. Zenga, uno dei più preparati esperti in tale ambito, di chiarire la sua posizione, anche per sgombrare il campo da equivoci e fraintendimenti.
D’altro canto gli insegnanti continuano a sollecitare percorsi formativi sulle potenzialità implicite negli strumenti digitali per favorire e consolidare i processi di insegnamento/apprendimento.
È il caso dell’ultimo corso di formazione “Didattica innovativa per l’infanzia e la primaria”, richiesto dalla docente Marilù Miani, dietro suggerimento di alcune colleghe.
Esso è iniziato il 19 gennaio u.s. e che si concluderà il 16 marzo p.v., comprendendo 9 incontri di due ore ciascuno e registrando la partecipazione di insegnanti anche di fuori provincia.
Rosa Del Giudice