L’indecenza degli attacchi della rete ad Alessandra Sardoni è il termometro di quanta intolleranza c’è fra i grillini quando una brava e onesta professionista fa il suo lavoro

Caro Direttore,

non ho particolare simpatia per i giornalisti, perché lo sono stato per 40 anni e perché chi fa le mozzarelle non le mangia. Epperò, essendo l’informazione l’ultimo baluardo contro la barbarie del governo lega-5stelle, lascio perdere la simpatia e sto con i giornalisti. L’indecenza degli attacchi della rete ad Alessandra Sardoni è il termometro di quanta intolleranza c’è fra i grillini quando una brava e onesta professionista fa il suo lavoro. Quelli che, al solito, vogliono libero Barabba, coprono di insulti una persona libera che fa domande invece di baciare la sacra pantofola di quel somaro di Di Maio. Il birraio di Napoli pretende una esibizione senza contraddittorio sulle mirabilia che ci prepara il governo, mirabilia ogni giorno annunciate, il giorno dopo limate, il terzo giorno messe nel cestino dei sogni.
Per chi ancora indugiasse a pesare il fascismo del razzista Salvini su un piatto e l’inutilità del suo collega vice-premier sull’altro, il caso Sardoni fa chiarezza con una notizia scontata: sono fascisti tutti e due. Il padano è un po’ più furbo, il napoletano è tecnicamente uno scemo. Ma in quanto a politica e rispetto degli esseri umani sono tutti e due degni nipoti del Dux in camicia nera. I Mazzieri della rete si incaricano di sostituire quelli di Caradonna negli Anni Venti con le loro stupidaggini insultanti cariche di odio e di disprezzo per chiunque sia ancora libero dal giogo gialloverde. Uno schifo.
Questa storia racconta molto di più dei Contratto di governo e di tutte le palle che ogni giorno invadono i notiziari tv. Racconta che la sfida fra i due dioscuri del nulla, incapaci di varare provvedimenti plausibili, hanno spostato la competizione su chi ha la camicia piu’ nera, sempre pronta all’uso. Mentre si spegne il focolaio dei migranti (la bufala del secolo) e mentre girano a  vuoto le mirabolanti riforme delle dignità presunte, Salvini e Di Maio si disputano il comando dei manipoli del nuovo fascio che sarebbe la versione macabra e reale del Cambiamento.
Il caso Sardoni dovrebbe essere un campanello d’allarme per i compagni, per i liberali, per i cristiani e per chiunque creda ancora nell’umanità. Avere sempre presente che dopo i negri e i rom, tocca agli handicappati; e poi agli ebrei e ai marrani, cioè a tutti quelli che pensano con il proprio cervello.
Siete avvertiti per tempo…

Fontehttps://flic.kr/p/87oZoG
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Pugliese errante, un po’ come Ulisse, Antonio del Giudice è nato ad Andria nel 1949. Ha oltre quattro decenni di giornalismo alle spalle e ha trascorso la sua vita tra Bari, Roma, Milano, Palermo, Mantova e Pescara, dove abita. Cominciando come collaboratore del Corriere dello Sport, ha lavorato a La Gazzetta del Mezzogiorno, Paese sera, La Repubblica, L’Ora, L’Unità, La Gazzetta di Mantova, Il Centro d’Abruzzo, La Domenica d’Abruzzo, ricoprendo tutti i ruoli, da cronista a direttore. Collabora con Blizquotidiano.  Dopo un libro-intervista ad Alex Zanotelli (1987), nel 2009 aveva pubblicato La Pasqua bassa (Edizioni San Paolo), un romanzo che racconta la nostra terra e la vita grama dei contadini nel secondo dopoguerra. L'ultimo suo romanzo, Buonasera, dottor Nisticò (ed. Noubs, pag.136, euro 12,00) è in libreria dal novembre 2014. Nel 2015 ha pubblicato "La bambina russa ed altri racconti" (Solfanelli Tabula fati). Un libro di racconti in due parti. Sguardi di donna: sedici donne per sedici storie di vita. Povericristi: storie di strada raccolte negli angoli bui de nostri giorni. Nel 2017 ha pubblicato "Il cane straniero e altri racconti" (Tabula Dati).

3 COMMENTI

  1. Magari, prima di riversare anche il suo di odio in rete, il casaro che non mangia mozzarelle dovrebbe dire a noi ignoranti in cosa consiste il caso Sardoni è in che modo ella ha fatto egregiamente il suo lavoro. Un giornalista a cui non si è già da tempo chiusa la vena farebbe così.

  2. Cito l’articolo 21 della costituzione:
    « Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure. » Un diritto questo enunciato anche negli articoli 10 e 11 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea. Il sig. Di Maio e i suoi accoliti dovrebbero studiare un po’ di piu i principi della democrazia e soprattutto rispettare chi la può pensare in modo diverso dal proprio.
    La scrittrice britannica Evelyn Beatrice Hall scriveva: “non condivido le tue idee, ma mi batterò fino alla morte affinché tu possa esprimerle”. Questa è la democrazia bellezza!
    Solidarietà ad Alessandra Sardoni.

  3. Grazie ad Antonio per aver spiegato a Pippo di che si parla. Caro Pippo, non è necessario parlare per dare fiato alla bocca, informarsi ci fa liberi.

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