LEZIONI DA IMPARARE DALLA VITA

La vita è un’insegnante difficile, spiega spesso le stesse lezioni ma, non di rado, non le si impara poiché vi si fugge. Il pane della ingiustizia e il vino della paura non sono alimenti graditi sulla tavola dell’esistenza. Ma prima si acquisiscono i contenuti esistenziali di alcune lezioni e miglio si vive.

Una lezione da imparare è come affrontare le paure. La paura infatti atterrisce, l’origine del suo termine, etimologicamente, richiama il pavimento. Chi ha paura è attratto dal basso, è bloccato, in un certo senso paralizzato. Si può avere paura degli altri, di se stessi, della società o addirittura di Dio. Le paure vanno affrontate e non va procrastinato l’esercizio di tale confronto. Per essere se stessi, liberi dai condizionamenti si deve avere il coraggio di chiamare le paure per nome, di identificarle e trovare un nuovo equilibrio, rinnovando il proprio riassestamento. I desideri ed i sogni, infatti, possono avere un legame con il reale quando ci si libera dalle catene della paura, quando si distrugge l’ansia delle proprie ombre non affrontate e dei problemi rimandati. La vita ci insegna che le paure vanno affrontate e conosciute. Rimandare questo esame è allungare, ulteriormente, l’esilio dalla serenità e allontanare l’oasi alla pace interiore.

Un’altra lezione, che è bene imparare, è che esistono oggettive ingiustizie e che il male gratuito è un dato incontrovertibile. Non serve a nulla stare male per aver ricevuto male per bene, critiche gratuite o peggio ancora calunnie. Il cuore umano sa elevarsi a dimensione angeliche ma anche sprofondare in abissi bestiali.  Tutti i geni, i filantropi, i santi e uomini e donne, che hanno lasciato un segno di crescita in positivo su questo mondo, sono passati dalla critica, dall’insulto gratuito e dalla libera infamia. Serve a poco arrabbiarsi e prima si impara quella “santa indifferenza”, di cui parlava sant’Ignazio, dinanzi a ciò che non ha sostanza prioritaria, è meglio farsi scivolare tutto addosso. Meglio tendere al “centro di gravità permanente”, quarto livello di una certa spiritualità orientale, di matrice buddista, capace di “non far cambiare idee sulle cose e sulla gente” – come cantava il compianto genio della musica italiana Franco Battiato – in grado di andare oltre la biologia, i pensieri e le emozioni, per un sano ed autentico equilibrio interiore, al di là ogni forma di superficialità.

Una sapienza che è stata molto dimenticata è il valore del sacrificio. I momenti di prova nella storia hanno formato uomini forti, in periodi di forti privazioni, come la povertà, le guerre e grandi calamità naturali. Questi uomini forti, con il loro esempio e sacrificio, hanno generato una società prospera. Il valore della prosperità, non interiorizzato nel suo terreno e nelle profonde radici, raccolto solo come frutto, ha indebolito di senso la mente e il cuore di chi, negli hanno del benessere e del consumismo, sono stati immersi esistenzialmente dalla fragilità e inconsistenza valoriale. La vita insegna che non è bene avere tutto e subito ma che, nella logica della semina e del raccolto, i sacrifici ripagano a giusto tempo pagano.

Una lezione che la vita ci ricorda continuamente, e forse proprio per questo disattesa sistematicamente, è che, su questa terra, nulla è eterno. Vale per le cose come per le persone, per gli affetti e per gli interessi. Tutto passa come un soffio, secondo un’immagine biblica. Questo deve farci imparare che ogni attimo è unico e irripetibile, che ogni rapporto non va mai banalizzato. Ogni giorno è un dono, ogni incontro un tesoro, ogni ora una perla da incastonare sulla corona dell’esistenza. È triste diventare nostalgici di una vita che non si è mai vissuta. La vita ci insegna a vivere e a dare il nostro meglio qui ed ora, andando oltre i piccoli problemi, per i quali spesso ci si danna l’esistenza.

Più che pensare al male e alle ingiustizie subite è bello generare bene ed essere giusti, sacrificandosi per i giusti valori, in modo che, ciò che è destinato ad essere dimenticato ed alla corruzione, profumi di eterno e doni valore e consistenza, elevando l’animo dalla vanità di tante arroganze e inutili megalomanie.