Intervista con l’armonicista palermitano Giuseppe Milici

Armonicista e compositore dal 1983. Vuole raccontarci gli albori di questo entusiasmante viaggio a “bordo” della sua armonica?

Iniziai a nutrire curiosità per l’armonica sin dai tempi della mia infanzia. Infatti, ricordo che rimanevo letteralmente affascinato ogniqualvolta vedevo passare, in prossimità della mia casa, un ragazzino che mentre passeggiava suonava questo strumento così piccolo e dal suono soave. Tuttavia il vero amore si manifesta nel momento in cui casualmente ascolto, per la prima volta, il celebre armonicista Toots Thielemans. È stato proprio il suo autentico talento ad indurmi a scegliere di intraprendere questo avvincente viaggio. Nel 1989 avviene ancora una svolta, quando vengo contattato da Pippo Baudo per lavorare al programma televisivo “Serata D’Onore”.

Oggi, dopo i tanti successi ottenuti, dove rinviene la linfa vitale necessaria per emozionarsi ed emozionare ancora, attraverso la musica?

Traggo la mia linfa vitale dalla musica che ascolto, ma soprattutto dalle persone che mi circondano e dai luoghi che visito: questi ultimi, in particolare, rappresentano per me fonte di ispirazione. Il massimo dell’ispirazione per me? La metropolitana di New York: crogiolo di razze e fonte di energia vitale.

È nato e cresciuto a Palermo. Ha mai pensato di abbandonare la sua terra, soprattutto dopo il tragico periodo storico delle stragi di Mafia?

Volevo andare via, ma poi ho realizzato che la mia Palermo è sì la terra che ha prodotto la mafia, e quindi il peggio che si possa immaginare, ma è anche vero che anche Falcone e Borsellino sono nati qui. Proprio questa discrasia che mi ha portato ad amarla ancora di più e a volerci continuare a vivere.

Quale brano suonerebbe per ricordare chi ha lottato e chi, come il dott. Nino Di Matteo, ancora lotta contro la piovra mafiosa?

Suonerei un mio brano che si intitola “Kalsa” e per il quale ho anche realizzato un video girato sott’acqua, ma non saprei dire il perché.

Quale colore oggi la rappresenta maggiormente?

Un colore per tutto: l’azzurro! Sono un ottimista, sempre.


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Una famiglia dalle sane radici, una laurea in Giurisprudenza all’Università di Bologna, con una tesi su “Il fenomeno mafioso in Puglia”, l’esperienza di tutti i giorni che ti porta a misurarti con piccole e grandi criticità ... e allora ti vien quasi spontaneo prendere una penna (anzi: una tastiera) e buttare giù i tuoi pensieri. In realtà, non è solo questo: è bisogno di cultura. Perché la cultura abbatte gli stereotipi, stimola la curiosità, permettere di interagire con persone diverse: dal clochard al professionista, dallo studente all’anziano saggio. Vivendo nel capoluogo emiliano ho inevitabilmente mutato il mio modo di osservare il contesto sociale nel quale vivo; si potrebbe dire che ho “aperto gli occhi”. L’occhio è fondamentale: osserva, dà la stura alla riflessione e questa laddove all’azione. “Occhio!!!” è semplicemente il titolo della rubrica che mi appresto a curare, affidandomi al benevolo, spero, giudizio dei lettori. Cercherò di raccontare le sensazioni che provo ogni qualvolta incontro, nella mia città, occhi felici o delusi, occhi pieni di speranza o meno, occhi che donano o ricevono aiuto; occhi di chi applica quotidianamente le regole e di chi si limita semplicemente a parlare delle stesse; occhi di chi si sporca le mani e di chi invece osserva da una comoda poltrona. Un Occhio libero che osserva senza filtri e pregiudizi…