“Alzati davanti a chi ha i capelli bianchi, onora la persona del vecchio e temi il tuo Dio” (Lv 19.32)

Questa citazione biblica, presente nel libro del Levitico, mi ha fatto molto riflettere. Ho scoperto che, in alcune culture africane, la morte di un anziano è cosa ben più grave della morte di un giovane, poiché ogni anziano è la storia del villaggio, l’identità dei suoi abitanti, una sorte di biblioteca vivente.

Fa riflettere il fatto che, anche nella tradizione occidentale, fino a non tanti secoli fa, la figura dell’anziano fosse un riferimento fondamentale. Nella chiesa cattolica, ad esempio, per indicare i sacerdoti, da subito, si è usato il termine “presbitero” che, dal greco, significa anziano. Solo un anziano poteva, a ragion veduta, guidare una comunità. La parola prete viene da presbitero ed evidentemente, il senso di anzianità, è da interpretare nel suo significato spirituale.

L’anziano richiama in sé l’immagine dell’uomo saggio, di colui che ha fatto esperienza della vita e ne può parlare in maniera autorevole. Nella cultura contadina l’anziano era colui che andava amato, ascoltato e sempre rispettato. Fin da bambino, mio padre mi ha insegnato a salutare sempre tutti gli anziani quando si incontravano e, puntualmente, quel saluto veniva contraccambiato, non raramente con il sorriso.

Se gli anziani sono paragonabili alla Sapienza che si può trovare nei libri, andrebbero consultati. Ogni anziano è una biblioteca vivente, portatore di una sapienza unica che, se non accolta, andrebbe perduta. Sappiamo che le querce hanno radici profonde, non vanno dove soffia il vento. Chi è anziano è più radicale, ha una identità, più chiara e dunque più autentico, a differenza di tanti vissuti tipici della nostra cultura liquida, di continuo adattamento.

Purtroppo la nostra cultura, fondata sulla velocità, sull’efficienza e sull’utile, ha relegato spesso l’anziano, a causa di queste categorie pseudo-valoriali, alla marginalità per non parlare di discriminazione. L’anziano funziona come ammortizzatore sociale per la pensione ma, nella nostra cultura, non è certo un punto di forza specie se ammalato o povero.

Fortunatamente la Bibbia insegna ad onorarli ed a venerarli, a giusta ragione, attingendo alla cultura popolare, con motivazioni umane e spirituali. Se la cultura dello scarto inculca l’indifferenza verso gli anziani, siamo proprio certi che chi legge la Bibbia li onora e li venera, proprio come insegna il libro del Levitico? Per fede o per buon senso, possano gli anziani essere riconosciuti per la loro preziosità.