
Arazzo un po’ sbiadito,
La piana sotto il cielo,
Che trova l’alma intrisa
Di rustica tragedia.
Amorfo imago il monte
E le scoscese valli…
Mi videro scalare
I sogni miei più belli.
Gioiose passeggiate,
Nessun caval di Frisia
O di relitti in speme
Coi piedi nel pantano…
Con tutto il ben di Dio
Perché non diam futuro…?
Perché ‘sta indifferenza:
per il “Bambin” che nasce…?