«Il mondo ora contiene più fotografie che mattoni»
(John Szarkowski)

Siamo nell’epoca del commercio e delle immagini, fattene una ragione.

Tutto ruota intorno all’immagine.

Non c’è niente che funzioni meglio di un’immagine studiata a tavolino.

Guarda che nell’immagine devi essere tu.

Guarda che poi sembri in posa.

Guarda che devi guardare nell’obiettivo.

Guarda che non va bene farsi fotografare con gli occhiali da sole.

Per certe cose serve il fotografo professionista.

In effetti a molti piacerà moltissimo dare un volto a certe vicende.

No, ma tu sei cocciuta, invece ogni tanto devi calare la testa, ciò che si vede fa mercato.

Sei esasperante, nelle foto hai sempre gli occhiali da sole e ridi solo se sei con chi ami.

 

Va bene, abbiamo capito, avete tutti ragione, ma non considerate quello che un tempo sarei stata stanca di ripetere e che ora non ripeto più a nessuno, perché sono diventata refrattaria a tutto quanto risulti vano.

 

Io non sono adatta a questa epoca.

L’unica cosa che per me può ruotare intorno a qualcosa è la terra intorno al sole.

Le cose studiate a tavolino, a casa mia, sono fatte di lettere e numeri e se sono figure, sono quadri.

Io non so mettermi in posa.

Se mi si chiede di guardare un obiettivo, lo fulmino per principio e volontariamente.

Gli occhiali da sole servono a riparare gli occhi dai raggi ultravioletti e se ti stanno fotografando all’esterno e in quel momento, vale tutto!

Il fotografo professionista può andare a fare le campagne elettorali; e io detesto le campagne elettorali!

Quello a cui molti vogliono dare un volto è un problema di molti, non mio.

Io sono cocciuta, è vero. Ho imparato che devo dare ascolto a chi ne sa più di me, lo faccio. Ciò non significa che io non mi voglia prendere a schiaffi tutte le volte che devo andare contro la mia stessa natura, per ragioni che non staranno mai né in cielo e né in terra.

Sono esasperante, è vero anche questo: in foto ho sempre gli occhiali da sole e rido solo se ho un motivo che davvero mi stia facendo ridere. Sono io!!

 

Detto ciò, la verità è una ed una sola e potremmo addirittura farne titolo di un libro, ma un libro serio: l’utilità sessuale e commerciale dell’immagine e la sua inutilità naturale.

Vanità, vanità, tutto è vanità. Non c’è niente di nuovo sotto il sole. Una nota: questa non è Acca, questo è Qoelet. E Qoelet è parola del Signore.

Adesso sbrogliamola questa matassa, popolo di cristiani.

Amen.


FonteFoto di Pexels da Pixabay
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Sono una frase, un verso, più raramente una cifra, che letta al contrario mantiene inalterato il suo significato. Un palindromo. Un’acca, quella che fondamentalmente è muta, si fa i fatti suoi, ma ha questa strana caratteristica di cambiare il suono alle parole; il fatto che ci sia o meno, a volte fa la differenza e quindi bisogna imparare ad usarla. Mi presento: Myriam Acca Massarelli, laureata in scienze religiose, insegnante di religione cattolica, pugliese trapiantata da pochissimo nel più profondo nord, quello da cui anche Aosta è distante, ma verso sud. In cammino, alla ricerca, non sempre serenamente, più spesso ardentemente. Assetata, ogni tanto in sosta, osservatrice deformata, incapace di dare nulla per scontato, intollerante alle regole, da sempre esausta delle formule. Non possiedo verità, non dico bugie ed ho un’idea di fondo: nonostante tutto, sempre, può valerne la pena. Ed in quel percorso, in cui il viaggio vale un milione di volte più della meta ed in cui il traguardo non è mai un luogo, talvolta, ho imparato, conviene fidarsi ed affidarsi.