«C’è una voce che non usa le parole. Ascoltala»

(Rumi)

«È aggressivo chi non è in pace con se stesso, chi non si vuol bene, chi non riconosce e accetta il proprio limite»: mi sono sentito rispondere così, sere fa, in occasione di un incontro con l’autore del quale ero protagonista.

A volte, più di una volta in verità, mi sorprendo per ciò che mi trovo a dire o a scrivere – la sensazione è ancora più estraniante quando sono altri che leggono ad alta voce pagine che ho scritto qualche tempo fa.

Ma sono io quello?, mi viene da chiedermi, da dove promana tutta ‘sta saggezza?

Eh sì, perché, caro lettore, adorata lettrice, nella vita di tutti i giorni mi sperimento tutt’altro che sapiente. Succede anche a te?

Io quotidianamente tocco il mio limite e stento a riconoscerlo. Combatto con me stesso, prima e più che con gli altri. Mi aggredisco in continuazione: sarà per questo che poi sono propenso ad essere troppo esigente con gli altri.

Salvo correttivi, è ovvio, salvo ricordarmi tutte le volte in cui ho toppato.

E tutte le volte in cui ho trovato la pace nell’accogliermi per ciò che sono: niente di più, niente di meno.

La regola aurea del volersi bene per voler bene agli altri – significa anche questo: ama il prossimo tuo come te stesso – io credo valga a cerchi concentrici.

Vale nella relazione con se stessi e spiega perché tanti, inspiegabilmente, si fanno del male. Vale pur tutte le altre relazioni, dalle più intime alle più larghe.

Lo si potrebbe declinare persino sul piano dei conflitti tra popoli. E qui l’attualità si commenta da sola, non c’è bisogno che aggiunga altro.

Eppure, a dispetto di ogni ostilità, abbiamo così bisogno di pace.

Don Tonio Bello augurava un’oasi di pace. Ecco, sento che siamo mendicanti di un respiro di libertà, di qualcosa di più che di una tregua temporanea, di un’età dell’oro che io vorrei sognare come il tempo degli uomini e delle donne: di persone che finalmente si accolgono e si riconoscono: fratelli e sorelle in umanità, piuttosto che homo homini lupus, homo sibi lupus, lupi a se stessi.

Tanti si chiedono come finirà tra Volodymyr Zelens’kyj e Vladimir Vladimirovič Putin, visto che nessuno dei due sarà mai in condizione di fare un passo indietro.

Tanti si chiedono quanto durerà l’odio tra Ucraini e Russi.

La verità è forse nel fatto che nessuno dei due contendenti è abbastanza forte da accettare di arrendersi. Nessuno dei due ha abbastanza coraggio per scegliere la pace.

A loro e a noi, le parole Dalai Lama: «Quando perdi, non perdere la lezione».

O quelle di Thich Nhat Hanh: «Non c’è via per la pace, la pace è la via».

Triste, il grido di Alexander Pope: «O pace, quante guerre sono state mosse in tuo nome».


FonteImmagine di copertina: designed by Eich
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La mia fortuna? Il dono di tanto amore che, senza meriti, ricevo e, in minima parte, provo a restituire. Conscio del limite, certo della mia ignoranza, non sono mai in pace. Vivo tormentato da desideri, sempre e comunque: di imparare, di vedere, di sentire; di viaggiare, di leggere, di esperire. Di gustare. Di stringere. Di abbracciare. Un po’ come Odysseo, più invecchio e più ho sete e fame insaziabili, che mi spingono a correre, consapevole che c’è troppo da scoprire e troppo poco tempo per farlo. Il Tutto mi asseta. Amo la terra di Nessuno: quella che pochi frequentano, quella esplorata dall’eroe di Omero, ma anche di Dante e di Saba. Essere il Direttore di "Odysseo"? Un onore che nemmeno in sogno avrei osato immaginare...

2 COMMENTI

  1. Non è affatto facile accettare i propri limiti ma si può lavorare su questi affinché anche un limite diventi prolifico.Mi spiego meglio…un mio limite è ascoltare qualcuno che concentra la propria vita su cose piccole e stupide,non riesco a sopportare la superficialità altrui, ebbene ci ho lavorato su questa cosa!Il risultato è stato tagliare ogni ramo secco e andare oltre,oltre la siepe.E sapeste quante cose ho scoperto più in là!
    Ci sono però limiti difficili da superare soprattutto quando tocca la dignità di un popolo.Non è facile per l’Ucraina accettare l’invasione della Russia con una resa in nome di una pace di cui Putin non ne conosce nemmeno il significato più estrinseco.Arrendersi per l’Ucraina significherebbe soccombere,perdere l’identità di un Paese,accettare di essere schiacciati da un potere folle.Ecco ci sono limiti difficili da superare!

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