Gusta la santità chi guarda la terra

Oggi vi è una tendenza esagerata ad idolatrare i singoli; i sociologi definiscono tale modo di fare “individualismo esasperato”. C’è la tendenza a porre l’attenzione sul singolo e sulle sue qualità. Si dimentica che ogni singolo deve essere concepito a servizio del bene comune, a favore di tutti. Questa tendenza l’abbiamo imparata, negli ultimi decenni, dagli Stati Uniti. È bene riconoscere che tale modo di fare è un rischio gravissimo.

Nella Bibbia, si legge che Dio non ha voluto che si trovasse un sepolcro per Mosè, proprio per allontanare ogni culto legato alla singola personalità. Non di rado, anche lì dove ciò non è evidente, c’è una maniera subliminale per orientare l’attenzione visiva su sé stessi, certo nascosta, ma non per questo meno efficace. Prima di salire sui “pulpiti”, bisognerebbe riflettere ed autovalutarsi per donare la verità unita al bene, liberi da propri condizionamenti personali.

C’è una cultura da approfondire, una eloquenza per i semplici da poter donare. Servire il prossimo, con il dono della parola, significa innanzitutto stazionare, ascoltarsi ed ascoltare, per essere vivificati dall’autenticità La sensibilità di chi parla, nella politica come anche nella religione, dovrebbe essere sempre accompagnata da timore e tremore.

La Verità non può essere confinata nelle mura di una chiesa o in una professione partitica. La Verità va accolta, allargando il cuore e aprendo la propria intelligenza. Ho conosciuto persone per le quali la Verità è una persona: Gesù!

Costoro scelgono di servire Gesù, non solo nella mente, ma nella vita di ogni giorno. Costoro vivono nella casa dove si attinge la santità, dove si viene rivestiti di santificazione. Rivestiti per non essere spogliati, ma per profumare il mondo di Cristo. Santità non è uno stile di vita per anziani. Si addice ai giovani, ai ragazzi, soprattutto ha chi ha vivo, nel cuore, un profondo desiderio di felicità. Santità non è tristezza ma gioia, vita vera, contemplando con gli occhi dello Spirito la casa della presenza della santità di Dio e del suo popolo.

Santità è saper leggere il tramonto e le albe del sole. Comprendere la bellezza delle ali coloratissime degli uccelli, la grandiosità delle foreste, l’immensità delle galassie. Santità è ascoltare il proprio cuore nel petto, meravigliarsi dei capelli che si increspano all’umidità e brillano al nuovo sole.

Santo è lo sguardo limpido, un vissuto giusto, un rapporto umano ed armonioso con tutti, è cercare in tutto il bello e gustare il dono salvifico della carità. Sempre, per chiunque e ovunque, la santità è a portata di mano. Gusta la santità chi guarda la terra, chi osserva le onde che disegnano le coste, chi ascolta i venti che delineano le montagne.

La vita scorre ovunque, il linguaggio semplice, con il quale il creato parla da migliaia di anni, annuncia una presenza di amore, senza la quale si muore. Se al posto di venerare ed approvare l’individualismo esasperato, chiudendoci in noi stessi, il cui frutto è morte, imparassimo a scoprire la santità, dentro e fuori di noi, non sarebbe forse questo il miglior investimento? Non scopriremmo così ciò che ha veramente valore? La risposta migliore? Amare, proprio perché ci si scopre amati a propria volta.

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