
È il mio turno:
guadare il cielo,
movimenti decisi di zampe palmate,
ascoltando il vento sulla pelle
e il canto dell’acqua;
caricarmi
di sfumature amare
l’infinito e il mare
sbattendo ali
più forte delle distanze
più tenace delle circostanze.
Un mantello dolce come un sorriso,
enorme come un orizzonte,
riparo fraterno
schiacciando in bocca una poesia,
e cedere
per essere qui e ora
e far caso al mio cuore
raccomandandomi al tuo.
È il mio turno, ora.