Avete mai guardato con attenzione un bambino che ha finalmente avuto il giocattolo che sognava da una vita?

Caro Direttore,

il nostro prode ministro Salvini, il flagello dei “negri” e dell’Europa, ha qualcosa di fisso nello sguardo, non cambia espressione che si tratti di Fornero, di immigrati, di lavoro, di tutto. Con quello sguardo, si attacca a tutti i pizzi per sciorinare la sua voglia di uomo solo al comando, di duro, di tutto. Non si capisce bene se ci creda o finga, se ci ha compreso come siamo conciati o no: Lui va con la ruspa, il ministro ruspante. Sono anni che osservo Matteo Salvini, umile portaborse dei leghisti maggiori, di quelli che truffavano 49 milioni di euro allo Stato. Mi era sempre sembrato un ribelle di serie C, quelli che,  partendo dalla “rivoluzione” del Leoncavallo, erano arrivati alla rivoluzione del Nord contro i terroni del Sud. Politicamente facinoroso, sembrava umanamente insignificante, come sono i portaborse di carriera, che aspettano la loro occasione macinando chilometri e tonnellate di ordini da ingoiare, se il Capo è Umberto Bossi.

All’ombra dei padri, che facevano sparire i soldi a palate, lui si preparava a cancellare la vecchia lega del Nord, per fondare la nuova Lega nazionalista e patriottica, in attesa di liberare il suo spirito vero, il fascista che è nelle sue corde. La sua arma di successo è un giocattolo che forse gli era mancato da bambino: la ruspa. Figura mitologica e tecnologicamente avanzata, segno di distruzione del vecchio  e di ricostruzione nuovo. La scoperta della ruspa ci ha ammorbato per la lunga campagna elettorale del dopo-Renzi (anche lui affascinato dalla ruspa). Contro i “negri”, contro i delinquenti, contro i trafficanti di uomini, contro l’Europa, contro gli anti-italiani.

La ruspa, strumento che prima era solo un’immagine allusiva, una metafora, poi è diventata un mezzo meccanico. A Roma san Lorenzo, per abbattere le strutture di accoglienza per gli immigrati (tutti regolari) con seguito di Virginia Raggi, altra “ruspante” della politica. Poi nelle terre desolate dei Casamonica, dove ai due si accoda il premier fantasma Conte, che si aggira  a favore di telecamera nelle case abusive e zeppe di cattivo gusto, velluti, ori e cessi regali.

Ecco, i Casamonica sono l’occasione suprema. Il bambino che è in Salvini ministro di Polizia sale sulla ruspa, caschetto e aria da esperto demolitore. Avete mai guardato con attenzione un bambino che ha finalmente avuto il giocattolo che sognava da una vita? Magari sarà anche capitato a voi personalmente. A me è capitato quando a sei anni mio padre mi regalò per la Befana del 1955 una biciclettina di colore rosso. Ero impazzito, la faccia di un bambino ubriaco, come quella di Salvini nelle terre dei Casamonica a cavalcioni della ruspa. Ma Salvini è in buona compagnia in questo governo. Il Di Maio non è meno ruspante di lui, anche se non ha ancora cavalvato una ruspa per i telegiornali. Poi c’è chi per avere quella faccia da bambino ubriaco non ha bisogno di ruspe. A proposito, dove hanno nascosto il ministro Toninelli?


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Pugliese errante, un po’ come Ulisse, Antonio del Giudice è nato ad Andria nel 1949. Ha oltre quattro decenni di giornalismo alle spalle e ha trascorso la sua vita tra Bari, Roma, Milano, Palermo, Mantova e Pescara, dove abita. Cominciando come collaboratore del Corriere dello Sport, ha lavorato a La Gazzetta del Mezzogiorno, Paese sera, La Repubblica, L’Ora, L’Unità, La Gazzetta di Mantova, Il Centro d’Abruzzo, La Domenica d’Abruzzo, ricoprendo tutti i ruoli, da cronista a direttore. Collabora con Blizquotidiano.  Dopo un libro-intervista ad Alex Zanotelli (1987), nel 2009 aveva pubblicato La Pasqua bassa (Edizioni San Paolo), un romanzo che racconta la nostra terra e la vita grama dei contadini nel secondo dopoguerra. L'ultimo suo romanzo, Buonasera, dottor Nisticò (ed. Noubs, pag.136, euro 12,00) è in libreria dal novembre 2014. Nel 2015 ha pubblicato "La bambina russa ed altri racconti" (Solfanelli Tabula fati). Un libro di racconti in due parti. Sguardi di donna: sedici donne per sedici storie di vita. Povericristi: storie di strada raccolte negli angoli bui de nostri giorni. Nel 2017 ha pubblicato "Il cane straniero e altri racconti" (Tabula Dati).