I dittatori son per nulla amati
Ma sono riveriti per timore
E dalle lingue ambigue, pulitrici
Si fan leccare il culo senza pari.

Li trovi dappertutto, i malfattori
È quella specie come la gramigna
Se il volgo al momento non s’indigna,
Lasciandoli seduti a comandare,

Con il passar del tempo non rimane
Che dare il pasto al lupo, più non serve,
Ché si diventa tutti loro prede

E le più voci cangiano in belati:
Sommesse lamentele di protesta…
Fintanto non si metta lancia in resta.

11/08/2024


FonteFoto di M. Zonderling su Unsplash
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Salvatore Memeo è nato a San Ferdinando di Puglia nel 1938. Si è diplomato in ragioneria, ma non ha mai praticato la professione. Ha scritto articoli di attualità su diversi giornali, sia in Italia che in Germania. Come poeta ha scritto e pubblicato tre libri con Levante Editori: La Bolgia, Il vento e la spiga, L’epilogo. A due mani, con un sacerdote di Bisceglie, don Francesco Dell’Orco, ha scritto due volumi: 366 Giorni con il Venerabile don Pasquale Uva (ed. Rotas) e Per conoscere Gesù e crescere nel discepolato (ed. La Nuova Mezzina). Su questi due ultimi libri ha curato solo la parte della poesia. Come scrittore ha pronto per la stampa diversi scritti tra i quali, due libri di novelle: Con gli occhi del senno e Non sperando il meglio… È stato Chef e Ristoratore in diversi Stati europei. Attualmente è in pensione e vive a San Ferdinando di Puglia.

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