KABUL PROVINCE, Afghanistan (Dec.18, 2010) -- A young Afghan refugee eats a piece of candy given to him by an American soldier. He is one of hundreds of Afghans who live in a dirt field in the middle of Kabul. Military memebers of International Security Assistance Force ventured today into the refugee camp to bring food, school supplies, clothing and blankets.The installation chaplain at the ISAF Headquarters aims to make these supply visits monthly to help out those in need. (US Air Force Photo by Staff Sgt. Stacey Haga)

E l’Occidente sta a guardare

Era il 15 agosto 2021 quando i Talebani tornarono al potere in Afghanistan, imponendo l’apartheid di genere, causa di numerosi casi di suicidi femminili legati alla depressione e al fatto che un terzo della popolazione viva di pane e tè, con aiuti umanitari sempre più scarsi.

Secondo Save the Children, il 41% dei bambini soffre di malnutrizione, mentre 23,7 milioni di persone necessitano di assistenza sanitaria inesistente dopo il ritiro delle truppe internazionali.

Sono, soprattutto, le donne, dicevamo, le vittime di questa persecuzione di un regime che ha portato le lancette del Paese indietro di vent’anni. Private di ogni diritto, alle bambine, per esempio, non è concesso studiare dopo gli undici anni, l’istruzione primaria ha subìto un brusco calo, mentre per l’organizzazione Human Rights Watch tra giugno 2023 e marzo 2024 sono stati emessi 52 editti al fine di limitare ulteriormente la libertà femminile, emarginando le donne anche in ambito di salute e giustizia.

Persino a livello ambientale e climatico l’Afghanistan attraversa un periodo complicato, con 747mila minorenni costretti dalle alluvioni a fuggire dalle proprie case, affrontando anche calamità naturali di un destino difficile da cambiare.


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