Intervista a Sabino Zinni

Il consigliere regionale, capogruppo di “Emiliano Sindaco di Puglia”(ESP), il notaio dott. Sabino Zinni, è fra i promotori dell’Eurodesk, un punto informativo pensato per i giovani che intendono affacciarsi alla finestra di un’Europa fucina di idee e di progetti lavorativi. Grazie alla lungimirante disponibilità dell’Associazione Peucetia e del Parco dell’Alta Murgia, Andria potrà contare su una sede innovativa e futuristica, l’apolide avanguardia che guarda al domani attraverso gli occhi di uno dei pochissimi politici locali che ha a cuore le sorti della Città, una ricarica di ottimismo contro la “discarica” amministrativa degli ultimi tempi

Ciao, Sabino. Il nuovo punto Eurodesk, che sarà tra poco attivo sul territorio andriese, ha lo scopo di facilitare l’inserimento giovanile nei più svariati settori lavorativi europei. Non si rischia, in questo modo, di caldeggiare la cosiddetta “fuga di cervelli”, tanto vituperata a livello nazionale?

Credo proprio di no, per diverse ragioni. La prima è che la spinta di un giovane ad andar via dalla propria terra penso non avvenga in base alla possibilità offerta da un bando europeo o meno, penso invece che agisca a un livello molto più profondo: secondo me un ragazzo che decide di partire lo fa cogliendo un’opportunità dell’UE o anche no, lo fa comunque. La seconda è che le opportunità offerte dai programmi europei hanno tutte una durata precisa, di solito di qualche mese. Quindi al massimo si tratta di un’esperienza con ritorno, non di una fuga. Terzo, penso che uno dei motivi che porti ragazze e ragazzi ad andar via di qui sia proprio la ricerca di maggiori possibilità. L’Eurodesk è una possibilità in più che da una settimana questo territorio offre, dunque è un mezzo che contribuisce a ridurre il gap fra il numero di possibilità offerte dagli altri territori e il nostro. Infine è dimostrato che un’esperienza all’estero fatta grazie a un programma europeo fa curriculum come poche altre. Con l’Eurodesk sarà più facile per i nostri ragazzi cogliere queste possibilità, impreziosire il proprio cv e renderlo più spendibile, anche e soprattutto per rimanere in Puglia.

Il servizio si rivolge anche alle scuole nell’ambito del progetto Erasmus+. Lo scambio interculturale con ragazzi di altri Paesi dell’Unione può essere, a tuo parere, l’occasione per implementare l’attuale programma medio annuale, spesso confinato in nozioni schematiche e vetuste, con un indottrinamento che guardi, a più ampio raggio, alle dinamiche sociali di integrazione?

Credo che un’esperienza all’estero, soprattutto se fatta durante l’età in cui ci si sta formando, sia impagabile da ogni punto vista. Per capirlo non serve andare lontano: basti leggere il racconto che fa il direttore di questo giornale, il mio amico Paolo Farina, dell’ultimo scambio Erasmus a cui ha partecipato il liceo scientifico “Nuzzi”. L’integrazione più che parlarne, bisogna farla, e questi programmi ci riescono egregiamente. Il nostro destino, se vogliamo sopravvivere nell’attuale assetto mondiale, è l’Europa. Fin qui abbiamo fatto l’Europa delle istituzioni, ora dobbiamo impegnarci a fare l’Europa dei popoli, ossia a formare una coscienza comune europea. La scuola ha avuto un ruolo fondamentale nel formare un’identità comune italiana dopo l’unificazione, adesso dovrebbe avere lo stesso ruolo nel formare un’identità comune europea: far viaggiare gli studenti mi sembra uno dei modi più efficaci a questo proposito.

Situata in via Settembrini, 141, la sede del punto Eurodesk offrirà agli utenti la possibilità di interfacciarsi con professionisti qualificati, colmando il vuoto infrastrutturale lasciato dall’Informagiovani. Che importanza assume, nell’era della navigazione online, ricevere consigli de visu e in loco?

È fondamentale. Le opportunità offerte dai programmi europei sono tantissime, ma sui territori si conosce sì e no il 10 per cento di quelle pianificate a livello centrale. Certo, sono tutte online, ma sta al singolo andarsele a cercare su siti che per molti risultano complicati da scandagliare. Invece l’Eurodesk prende queste possibilità e te le mette continuamente sotto il naso, e ti chiede “perché non ci provi?”. Sono le opportunità che vengono a cercare te, ovviamente devi aver voglia di farti trovare. Sono opportunità di studio, di lavoro, di volontariato. Spaziano negli ambiti più diversi: cultura, sport, spettacolo e così via. Inoltre sono pensate per fasce d’età diverse. Ecco che di fronte a tutta questa offerta diventa necessario farsi guidare da qualcuno che ha un quadro generale e riesce poi a suggerire al candidato, secondo i suoi interessi e la sua formazione, la possibilità più idonea a cui candidarsi. Poi è chiaro che tutti gli iter conseguenti devono necessariamente essere fatti online, ma io sono ancora dell’idea che una chiacchierata con qualcuno che ne capisca di una certa questione, non sia stata ancora sostituita da alcun algoritmo.

Quanto orgoglio campanilistico c’è dietro la scelta di Andria quale seconda Città preposta, dopo Bari, in Puglia, all’Eurodesk?

Sinceramente il campanilismo è una cosa che mi appartiene solo dal punto di vista folcloristico, quando si tratta di attività di altro tipo, come per l’Eurodesk, cerco di tenerlo da parte. L’Eurodesk sarà ad Andria perché l’Associazione Peucetia, che ha lavorato fattivamente per metterlo su, è di Andria. Inoltre credo che sia una forma di risarcimento verso i giovani della città dopo la chiusura dell’Informagiovani, come accennavi prima anche tu. Intendiamoci l’Eurodesk non sostituisce l’Informagiovani perché agisce solo nell’ambito dei programmi europei, ma comunque si candida ad essere punto di riferimento per i ragazzi in cerca di opportunità. Inoltre il fatto che sia stato fatto in partnership con il Parco dell’Alta Murgia permetterà, mi auguro, di servire tutti i comuni del Parco, come quelli del resto della Provincia.  

Progetti futuri?

Di progetti ce n’è tanti e quasi quotidianamente mi arrivano stimoli e proposte dalle persone per farne di nuovi. La cosa da un lato mi lusinga molto perché leggo ciò come un attestato di stima nei miei confronti, dall’altro mi carica di grande responsabilità anche perché obiettivamente tutto non riesco a fare. Al momento ci sono i miei collaboratori e un gruppo di ragazzi preparati e appassionati che mi aiutano e spesso sono loro a prendere iniziativa. Approfitto per ringraziarli per quello che fanno: spesso la politica sa essere respingente, eppure loro trovano le motivazioni per restare attivi. Insieme facciamo il possibile, quello che riteniamo necessario e giusto per la nostra comunità. Certo in questi casi più si è, meglio è. A questo proposito lasciami dire che chiunque abbia voglia d’impegnarsi e di collaborare è il benvenuto: le porte sono aperte e noi abbiamo bisogno di tutti.