Cosa è stato per me il CPIA?

di Alice Picozzi, docente del CPIA 4 Oristano

Insegnare ai bambini è bellissimo ma c’è qualcosa nell’offrire la prima alfabetizzazione agli adulti che smuove corde più profonde.

I volti, i sorrisi, gli occhi di chi spera e sogna un futuro diverso dal passato che ha dovuto lasciare nel proprio Paese. L’entusiasmo nell’imparare una nuova parola o la gioia e le risate nell’usare la Lim, cose per noi banali e semplici, forse anche troppo scontate, ma che per molti sono scintille di vita.

I volti, gli occhi, i sorrisi…questi toccano l’Animo nel profondo e io ho ringraziato il Cielo per la favolosa opportunità che la Vita mi ha donato.

Per anni ho messo il CPIA e la sede ospedaliera come prima scelta nell’ elenco delle sedi in cui avrei voluto insegnare ma il mio desiderio non si era mai realizzato fino a quest’ anno. A settembre ho ricevuto la chiamata dall’Istituto CPIA 4 di Oristano e non ho esitato ad accettare nonostante il contratto prevedesse una supplenza breve con scadenza il 7 giugno.

Dopo pochi giorni dalla presa di servizio ho ricevuto la chiamata dal Provveditorato allo studio per un incarico fino al 30 giugno su sostegno. Rispondere alla chiamata ed accettare l’incarico mi avrebbe risolto tanti problemi: stipendio assicurato ogni 23 del mese, contratto fino alla fine di giugno e soprattutto sarebbe stato il mio terzo anno pieno alla primaria su sostegno, ciò mi avrebbe aperto le porte per partecipare ai corsi di specializzazione INDIRE.

Sì, è vero, tutto molto bello ma sentivo che il cuore mi spingeva verso l’esperienza che sognavo di fare da anni e così ho rinunciato alla comodità e alla sicurezza per tuffarmi in questa nuova avventura che, arrivati alla fine, sembra mi sia stata cucita addosso.

L’emozione mi ha accompagnata sin dal primo momento in cui ho varcato la soglia della scuola e non mi ha più abbandonata. La mia più grande fortuna è stata quella di lavorare a Cabras, con i ragazzi ospiti del CAS, gli ultimi, gli emarginati, quelli che “ma cosa vogliono questi in Italia!?!”

Cosa è stato per me il CPIA?

Halim che ha fatto il pastore per 600 euro al mese e che tutte le mattine all’alba andava a lavorare in bicicletta in un paese che dista 7km dal suo ed ora siede al primo banco bramoso di imparare.

Amadou, arrivato dalla Tunisia in barca, che ha passato tre giorni interi in mare a digiuno sotto il sole. Vorrebbe migliorare il suo italiano ma è di una timidezza disarmante quindi sorride ogni volta che viene coinvolto a lezione.

Ibhayma, lui lavora in panificio e quando non è troppo stanco viene a scuola ad imparare.

Mustafa che non è più troppo giovane e osserva intimidito la lavagna. All’inizio sollevava appena gli occhi, oggi invece sorride e prova a formulare brevi frasi.

Majeed, non lavora e per questo non perde mezzo minuto di lezione. Ogni giorno, puntuale, lui c’è!

Harun che un giorno è venuto a scuola con le scarpe viola che mi sono piaciute tantissimo e il giorno dopo me le ha portate in una bustina trasparente dicendomi. “Tu piace, io regalo te!”

Sharif che nel suo paese era un ingegnere ed oggi siede in classe con il sorriso e ricomincia da zero.

Alikhalim, giovanissimo, che mostra con orgoglio le immagini delle donne afgane negli anni ’60 e con enorme tristezza parla di come i Talebani stanno distruggendo il suo Paese.

Potrei continuare questo elenco all’infinito, tanti nomi ognuno con una storia. Storie di speranza, di resilienza e qualche volta di rinascita. Metto sempre tantissimo cuore in ciò che faccio ma mai come quest’anno scolastico mi sono trovata ad agire e ad insegnare solo con e di cuore!

Tra pochi giorni il mio incarico terminerà, l’ho già comunicato ai miei ragazzi e uno di loro mi ha detto: “Come fare io senza te, io volere studiare imparare, tu brava insegnato tanto me!” e io gli ho risposto di non preoccuparsi, di continuare piano piano a leggere, di provare a scrivere e che a settembre ci sarà un’altra insegnante che lo prenderà per mano e continuerà il suo percorso ma dentro di me urlavo: “Come farò io senza il CPIA? Senza questi scambi? Io dai bambini italiani non ci voglio tornare!!!!!”

Vedremo cosa mi riserverà il futuro, intanto porto dentro me ciò che i miei ragazzi mi hanno insegnato ed offerto e anche l’enorme crescita che ho avuto dal punto di vista professionale. Io, timida ed insicura, in passato non avevo mai nemmeno pensato di partecipare o di proporre un progetto, mi sono trovata coinvolta nella partecipazione di quattro progetti ed una mobilità Erasmus che mi ha catapultata in Irlanda a condividere un’esperienza fantastica con colleghi sconosciuti di altri CPIA d’Italia ed è stata subito famiglia!

Come sono stati Famiglia i rapporti con l’amministrativo, con i colleghi, con i collaboratori e con la stessa Dirigente.

La Dirigente con il suo entusiasmo, la sua vitalità e la sua determinazione è riuscita a farmi uscire dal mio guscio! Grazie DS!!! E grazie anche al suo “Non è mai troppo tardi” sto valutando di riscrivermi all’università!

E così di getto mi viene da scrivere che:

con Cuore

ci Prendiamo per mano

e Insieme

Andiamo lontano

Grazie,

Alice Picozzi CPIA 4 Oristano


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