
Di tutte le stelle,
ne scelsi poche,…
per credere di far parte dell’infinito,
e il mio petto si frantumò davanti
a tutta quell’immensitá,
chiedendo di tutti i perché
quale raccogliesse il senso
dentro un’ondata di emozioni indescrivibili;
che qualcuno grande ma più piccolo, chiamò: “maraviglia”.
La mia bocca si cucí
tra il contrasto delle lacrime;
e un dolor di gioia sublime…
m’avvolse,
crudele,
contemplando
tutta la luce dell’indicibile,
dell’inespresso,
dell’irraggiunta agognata diappacificazione
dei sensi
e ancor attonito
a guardar su
stordito,
m’addormentai inerme.