Di Maio e il congiuntivo…

Il difficile rapporto tra il leader pentastellato e la grammatica

Immaginate quel momento in cui ascoltate qualcuno che sbaglia un congiuntivo.

Adesso, immaginate che a sbagliarlo sia un leader politico, ogniqualvolta tiene un discorso o rilascia un’intervista.

Una scena terrificante.

Per alcuni utopia, per noi italiani triste realtà.

Infatti, da quando Luigi Di Maio, leader del Movimento 5 Stelle, ha preso parte alla scena politica italiana, siamo tutti con il fiato sospeso, sperando che non vengano vanificati 800 anni di storia che hanno portato alla formazione della nostra lingua e, in particolare, alla sua struttura grammaticale.

Se è vero che l’uso del congiuntivo è in netto calo, soprattutto nel parlato dove, spesso, viene sostituto dall’ indicativo, è vero anche che il vicepresidente della Camera non può rilasciare dichiarazioni come “ho sempre detto che noi volessimo fare un referendum sull’euro” oppure “se presentassi 20 esposti contro Renzi, lo iscrivessero al registro degli indagati, poi verrei in questa piazza e urlerei Renzi è indagato”. Per non parlare di quando Di Maio dichiara, davanti a un Mentana incredulo, e a milioni di italiani davanti alla TV, che la legittima difesa “è un reato” da “potenziare” …Ma qui entriamo in un altro campo, quello della conoscenza del codice penale: troppa grazia per chi ha già le sue difficoltà con la conoscenza della grammatica italiana.

Insomma, appare evidente che con “Giggino” il congiuntivo non è mai al sicuro e la consecutio temporum è sempre a rischio.

In realtà, il discorso può essere esteso anche ad altri esponenti del Movimento Pentastellato che, per par condicio, o meglio, per ignoranza, hanno deciso di far compagnia al loro leader politico e collega.

Insomma, la grammatica risulta essere il nemico numero uno dei Grillini.

Per il bene di tutti, ci auguriamo che anche con la lingua italiana si verifichi quanto è accaduto con la Lega: la stipula di un bel “contratto”, così da passare, in pochissimo tempo, da essere nemici ad amici per la pelle.

A dire il vero, non è neanche così difficile: ci vuole soltanto buona volontà nel ripassare/studiare le regole poste alla base della nostra lingua, al fine di evitare spiacevoli inconvenienti.

Non chiediamo molto, soltanto rispetto per chi ha speso una vita intera a fissare e imparare i punti fondamentali della nostra lingua.

Giuseppe Zinni


1 COMMENTO

  1. Caro Giuseppe, è tempo che la consecutio temporum venga abolita come i vitalizi. Non se ne può più di privilegi che risalgono ai tempi dei latini. Cambiamento!

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