Tra sogno, utopia e attesa di un futuro migliore

Da anni, ormai, si chiede sovente l’impegno dei cristiani cattolici nella sfera politica italiana. Come si fa, tuttavia, a ricostruire un movimento o un partito di ispirazione cristiano cattolica e ridargli direzione, senso e responsabilità? Di certo non cavalcando l’onda culturale dell’individualismo, della tecnocrazia e dei media, ma disponendosi a un nuovo bagno di realtà, quella categoria del “concreto” proposta da Guardini. È su questo terreno che si può giocare il destino della politica cattolica italiana e anche la ri-evangelizzazione dell’Europa. La comunità ecclesiale italiana è ricca di esperienze dirette con la realtà, come le tante sigle associazionistiche che aiutano bisognosi, gestiscono case di cura, amministrano istituti scolastici, coordinano università, e così via. Da qui potrebbe partire l’azione di tanti cattolici, di buona volontà, che vogliono sposare la nobile arte della politica e servire le istituzioni e i cittadini italiani. Ciò non significa solamente delineare un programma, creare consenso e competere con il potere politico ed economico, ma proporsi con un’etica alternativa del bene comune che si apre alla coralità delle differenze laiche. Così i cristiani cattolici impegnati in politica potrebbero favorire l’elaborazione di un progetto di liberazione e riscatto, per giungere alla trasformazione della società attraverso i valori e la spiritualità cristiana. Dove si possono riconoscere i più vulnerabili, i più riformisti, i più moderati, i più progressisti, ma anche coloro che sono aperti alle novità globali della modernità e della società anziché respingerle come qualcosa di corruttivo.

Oggi è prioritario rendere attrattiva la postura antropologica cristiana, con una seria riflessione che metta in valore la teologia dell’incarnazione di Dio nella storia e che rimarchi la forza rivoluzionaria dell’incontro tra Dio e l’umanità nella corporeità. Occorre sottolineare che i contenuti del cristianesimo possono diventare metodo e criterio per rispondere con urgenza e preoccupazione ai bisogni e ai desideri concreti e materiali (lavoro, salute, scuola, ambiente, cultura, ecc.) della società italiana.

Una politica che si fonda sulle azioni concrete costruisce la sua forza nell’obbligo di rispettare ogni cittadino nel suo bisogno e nel suo desiderio di infinito; quell’obbligo precede il concetto di diritto, come scriveva Simone Weil nei suoi appunti oggi editi nel volume “Senza partito. Obbligo e diritto per una nuova pratica politica”. E i cattolici oggi hanno questa grande opportunità per organizzarsi e salvaguardare il bene comune, perché è la stessa Costituzione Italiana che riconosce ai cittadini una serie di poteri da utilizzare per impegnarsi concretamente nell’agone politico. Si pensi ad esempio alle petizioni popolari, ai referendum o alle proposte di legge, tutti strumenti che suppongono che la voce del popolo possa denunciare ogni tipo di disumanità, ingiustizia, sopraffazione e illegalità. Il compito dei cattolici italiani impegnati in politica potrebbe essere proprio questo: trasmettere alla società civile una sua azione critica e autonoma, che può manifestare e cooperare nella determinazione dei fatti con scelte di responsabilità cristiana.

Le condizioni strutturali per la realizzazione di tutto questo dovranno essere delineate dalla forza di movimenti ecclesiali di ogni livello e grado perché in loro abitano respiri e luci di speranza. Hannah Arendt disse che «l’energia specifica dell’ordinamento politico del mondo deriva dall’agire concreto». Attraverso la concretezza delle azioni, pertanto, il cattolicesimo italiano può ritrovare la strada smarrita, così da riuscire a rigenerarsi e realizzare una maggioranza “di coscienza” capace di generare comunità vere e democraticamente mature.

Trattasi di un processo lento ma necessario, che tocca fare ai laici cristiani con l’intento di creare una rete di realtà associative vitali per ricomporre un movimento popolare cattolico senza alcuna deriva clericale. Per il rilancio di un progetto politico di matrice cristiana, e non un nuovo inutile partito. Ripristinando dalla base questa ricca e multiforme realtà associativa di natura cristiana in un unico movimento si potrebbe così tracciare un percorso molto interessante, che potrebbe portare alla formazione di una rappresentanza politica vera alla Camera e al Senato e nel concreto agire e preoccuparsi per il bene comune. Con l’intento di testimoniare nei fatti l’essere cristiano e cioè lottare per una società più giusta e solidale e saper portare la croce di tanti fallimenti, e di tanti peccati. Fare politica per i cristiani è una sorta di missione, una vocazione alla responsabilità per il bene dell’umanità, un martirio della coscienza in perenne orazione e discernimento.

 

Articolo ispirato dalle letture dei seguenti testi:

Giaccardi, C., & Magatti, M., La scommessa cattolica, Ed. Il Mulino 2019.

Mortari, L., Spiritualità e politica. Ed. Vita e Pensiero 2018

Weil, S., Senza partito, obbligo e diritto per una nuova pratica politica, Ed. IF. Idee editoriali Feltrinelli 2013.