Scrivendo mi son reso conto che a far presa sugli utenti di fb è, soprattutto, il mainstream della spettacolarizzazione del dolore.

Gli articoli che riscuotono successo e racimolano più “likes” sono quelli in cui esalto tragedia e disperazione.

Non solo, la gente è talmente ossessionata e bisognosa di celebrità che, parafrasando Pasternak, è come se le luci dei selfie puntate sul suo volto le impedissero di vedere ciò che le sta intorno, le impedissero di discernere fra cultura e fake news, le impedissero di tracciare il labile confine che separa compassione e vittimismo.