…nello Spettro Autistico
Comunicare è vita, è libertà, è partecipazione. Tra i motivi prioritari di richiesta specialistica presso gli Ambulatori di Neuropsichiatria Infantile si colloca la preoccupazione dei genitori in merito al ritardo del linguaggio, cioè quando la prima parola tarda ad arrivare. Le cause del ritardo/disturbo del linguaggio sono varie e, per quanto ci sia una variabilità inter ed intraindividuale sui tempi di acquisizione, è vero anche che ci sono periodi di maturazione che rientrano in un determinato range temporale, sincronia o diacronia dello sviluppo. L’atteggiamento neuroscientifico è a favore di un intervento precoce, proprio per sfruttare la neuroplasticità cerebrale che produce effetti a cascata importanti e fondamentali per il neurosviluppo. La verbalità è solo il 7% della comunicazione, che è rappresentata, per la maggior parte, da quella non verbale. Immaginiamo il potere che hanno le nostre espressioni e la nostra intonazione, (aspetto paraverbale), nella relazione umana.
La comunicazione è un fondamentale diritto umano. Cosa succede quando, per le più disparate eziologie, una persona non può usare la comunicazione verbale? Purtroppo è diffuso ancora uno sbagliatissimoparallelismo tra non verbale=non pensiero o non verbale=scarsa intelligenza e questo modo di vedere le cose complica un mondo già di per sé non così leggero. Generalmente il parlante domina la conversazione, prova angoscia del vuoto comunicativo che riempie con tante, tantissime parole. Chi ha complessi bisogni comunicativi, al contrario, tende alla passività, all’impotenza appresa, a compiere sforzi consistenti in un mondo parlante.
Nel 1992 è stata pubblicata la Carta dei Diritti alla Comunicazionenella quale è evidenziato che ogni persona, indipendentemente dal grado di disabilità, ha il diritto di influenzare mediante la comunicazione le condizioni della sua vita. L’intervento precoce per chi ha vulnerabilità alla comunicazionenecessita di un progetto di vita incentrato sulla persona che preveda la Comunicazione Aumentativa e Alternativa (CAA), un insieme di strategie, interventi e tecniche, funzionali a supportare quanti abbiano difficoltà di comunicazione.
La CAA è tutto ciò che aiuta a comunicare chi non può farlo verbalmente: strumenti, tecniche, ausili, ma, soprattutto, partner comunicativi che forniscano reali opportunità comunicative all’interno di un ambiente facilitante. La CAA riguarda anche gli strumenti tecnologici o meno tecnologici, ma la sua essenza consiste nel fornire competenza comunicativaattraverso mezzi socialmente accettabili. Ci sono, ahimè, falsi miti, così come molta resistenza, nell’intraprendere un progetto di Comunicazione. In Italia, in particolare, si registrano barriere culturali che si frappongono alla diffusione della Comunicazione Aumentativa e Alternativa. Eppure ricerche scientifiche indicano come la CAA faciliti lo sviluppo del linguaggio, qualora questo possa emergere, aumentando le occasioni di interazione, sollecitando le abilità linguistiche e fornendo modelli di linguaggio a chiunque abbia bisogni comunicativi, poiché sostiene lo sviluppo cognitivo e la comprensione della realtà. Lo Spettro Autistico, un insieme di fenomeni atipici e complessi, coinvolge il funzionamento dell’individuo in ogni suo aspetto. Il DSM V, Manuale Diagnostico e Statistico dei disturbi mentali, tra i criteri di definizione dello Spettro Autistico evidenzia i deficit persistenti della comunicazione e interazione sociale, comportamenti, attività e interessi ristretti, ripetitivi e stereotipati, collocando l’esordio nel periodo precoce di sviluppo. Il progetto di Comunicazione Aumentativa e Alternativa nel Disturbo dello Spettro Autistico è una componente fondamentale che verrà affrontata nel Percorso “Autismo: sguardi e competenze multidisciplinari”, organizzato dal Centro di Orientamento Don Bosco di Andria (BT).
dr.ssa Caterina Apruzzese
Logopedista
Angeli di Padre Pio- San Giovanni Rotondo (Fg)
Tale percorso è stato articolato dal Centro secondo un’ottica plurale che contempla la focalizzazione dell’Autismo sotto il profilo clinico da parte della dott.ssa Brigida Figliolia, direttrice del Servizio di Neuropsichiatria Infantile della BAT; sotto il profilo pedagogico-didatticoda parte della prof.ssa Antonia Chiara Scardicchio, docente di pedagogia presso l’Università degli Studi “A. Moro” di Bari; della dott.ssa Alessia Santonastaso, docente di sostegno, esperta in didattica inclusiva; della dott.ssa Caterina Apruzzese, esperta nella Comunicazione Aumentativa e Alternativa; sotto il profilo dell’inclusione socialeda parte di Francesca Del Vecchio, presidente dell’ANGSA BAT, nonché di alcuni genitori di soggetti autistici della stessa Associazione.
Rosa Del Giudice
Complimenti alla Collega Logopedista Caterina Apruzzese.
Ha affrontato un argomento molto complesso con parole chiare ed esaustve.Brava