Mercoledi 12 luglio 2017: per l’anniversario della tragedia ferroviaria, il messaggio di Mons. Mansi, Vescovo della Diocesi di Andria.

In serata presso la Cattedrale di Andria, con il Vescovo Mons. Mansi l’intera comunità ecclesiale si è riunita nel silenzio spirituale, che provoca nella coscienza collettiva dei cristiani una sete di Verità e Giustizia.
La celebrazione della Santa Messa è iniziata puntuale, Cattedrale gremita di fedeli, cittadini, amici, parenti e autorità. Le parole di mons. Mansi: “Ecco, fratelli e sorelle, è passato un anno dall’incidente, avete perso affetti cari, tante vite spezzate senza una ragione. Come nella storia di Giuseppe, i tempi con i quali Dio governa comunque la storia sono lunghi, talvolta lunghissimi. Ma mentre scorrono, si compiono disegni di grazia e di bene che all’inizio è del tutto impossibile anche solo immaginare. Egli, il nostro Dio, non turba mai la gioia dei suoi figli, se non per prepararne loro una più certa e più grande. Siatene certi, cari fratelli e sorelle, che i vostri cari dal luogo in cui sono ora, cioè nel cuore di Dio Padre, seguono con infinito amore lo scorrere delle vostre vite e con la grazia di Dio Padre, trasformano ogni giorno di più le vostre lacrime in semi di grazia e di vita e perfino di gioie più certe e più grandi. Siatene certi.
E così il brano del Vangelo ci ha raccontato la scelta di Gesù dei dodici apostoli. Scorre l’elenco dei nomi che giunge dolorosamente all’ultimo: ‘Giuda l’iscariota che poi lo tradì’. Vien da dire: Ma se Gesù sapeva che soggetto era quello, perché lo chiamò? Gesù ha voluto dare anche a Giuda la possibilità di vedersi toccare il cuore dalla prospettiva evangelica del vivere, che era quella dell’amore e della misericordia infinita, ma Giuda non è stato capace di trarne vantaggio per sé e, come tutti dolorosamente ricordiamo, per pochi denari consegnò ad una morte atroce il suo maestro. Vien da dire: che cosa non si fa per un pugno di denari, come si avvelena la storia con il cuore avvelenato da falsi valori! E poi pagano gli innocenti.
Ecco, cari fratelli, la storia umana è un impasto di gesti di amore infinito da parte di Dio e di miserie, disattenzioni e vere e proprie cattiverie umane, che concorrono intrecciandosi nel gioco delle cause e delle responsabilità, a rendere lo scorrere del libro della vita, in un alternarsi di pagine di dolore e di pagine di gioia. Ma la certezza che ci viene annunciata da queste pagine che oggi ci sono state lette, è che il libro della vita, tutto intero, è comunque nelle mani di Dio. Mai nessuno sulla terra può avere la pretesa o l’ambizione di rendersene padrone. E se lo fa, deve sapere che c’è il tribunale di Dio che chiama finalmente ogni cosa per il suo nome. C’è la giustizia umana che fa il suo corso, e ci auguriamo che lo faccia con rapidità e verità, e c’è la giustizia di Dio, per la quale egli non è mai insensibile davanti al dolore innocente e lo trasforma in un bene prezioso per i suoi figli, soprattutto quelli verso i quali è dovuto correre per far percepire la dolcezza della sua consolazione e per asciugare con le sue carezze le lacrime dai loro volti. Con il suo figlio Gesù l’ha fatto, a garanzia che lo fa per tutti.
Egli ha trasformato il frutto della cattiveria calcolata dei fratelli di Giuseppe e quella ancor più calcolata del tradimento di Giuda in pagine inattese e imprevedibili di grazia e di bene per l’umanità intera. E che sia così per tutti, cari fratelli e sorelle!”.
Tanta è la commozione dentro di noi ed attorno a noi. Con il cuore rigonfio di dolore, attraversiamo un momento di prova sovraccaricato, ancora, da tanti “perché?”.
Ognuno prova ancora tanta rabbia ed orrore, ma riconosciamo che la rabbia non risolve il vuoto, l’assenza e i perché, solo l’abbraccio di incontro, e non di scontro, potrà ridarci la voglia di riappropriarci della Bellezza della vita e della nostra umanità.


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So che tutto ha un senso. Nulla succede per caso. Tutto è dono. L'umanità è meravigliosa ne sono profondamente innamorato. Ciò che mi spaventa e mi scandalizza, non è la debolezza umana, i suoi limiti o i suoi peccati, ma la disumanità. Quando l'essere umano diventa disumano non è capace di provare pietà, compassione, condivisione, solidarietà.... diventa indifferente e l'indifferenza è un mostro che annienta tutto e tutti. Sono solo un uomo preso tra gli uomini, un sacerdote. Cerco di vivere per ridare dignità e giustizia a me stesso e ai miei fratelli, non importa quale sia il colore della loro pelle, la loro fede, la loro cultura. Credo fortemente che non si dia pace senza giustizia, ma anche che non c'è verità se non nell'amore: ed è questa la mia speranza.