Cento medici che operano nella Città di Andria hanno deciso, attraverso una petizione, di occuparsi di persone sane, nel senso che agiscono nella difesa di persone sane in modo che queste non si ammalino. Come? Eliminando i fattori di rischio ambientale che determinano cancro, come i campi elettromagnetici a cui sono esposti i bambini. I cittadini si aspettano di essere tutelati ed invece il governo nazionale triplica i livelli di esposizione dei cittadini ai campi elettromagnetici e quello locale stipula un patto di cooperazione con un gestore che ha già dichiarato di implementare la rete di distribuzione dei ripetitori per il 5G ad Andria. A spiegarcelo sono i dottori, e liberi cittadini, Dino Leonetti, Tommaso Di Renzo e Ninni Inchingolo:

Salve, Dottore. Cosa si intende, esattamente, per “prevenzione primaria”?

Dino: Bella domanda. Quando si parla di “prevenzione” ci si riferisce in genere alla “diagnosi precoce” ossia a tutti gli esami che si fanno per arrivare a scoprire il cancro nel più breve tempo possibile. Ad esempio il Pap-test per il cancro dell’utero, la mammografia per i tumori al seno, il PSA per il cancro della prostata e così via. Ma questa prevenzione individua le persone malate. Noi invece ci occupiamo di persone sane, nel senso che agiamo nella difesa di persone sane in modo che queste non si ammalino. Come? Eliminando i fattori di rischio ambientali che determinano cancro, come i campi elettromagnetici a cui sono esposti i bambini. La Prevenzione primaria è esattamente questa. Per farle un esempio che esula dal campo oncologico potremmo dire che è prevenzione primaria l’uso del casco per evitare traumi cranici, l’uso dei parastinchi nei calciatori contro le fratture alle gambe, delle imbracature degli operai di un cantiere edile per prevenire i danni da caduta accidentale.

A cosa è finalizzata la petizione firmata da oltre cento medici che operano nella nostra Città?

Tommaso: I medici chiedono al Primo cittadino della comunità di difendere i cittadini da cause di malattie evitabili. Le cause ambientali sono evitabili solo se c’è una volontà politica di farlo. Il sindaco può contrastare ad esempio l’inquinamento atmosferico facendo fermare i veicoli circolanti che sono fuori norma e adottando un piano del traffico adeguato oltre ad una campagna di informazione per dissuadere i cittadini dall’uso dei veicoli a motore, può impedire che il cibo impregnato di cancerogeni arrivi sulle tavole di ignari consumatori facendo sequestrare le derrate alimentari esposte ai gas di scarico da traffico urbano, e tante altre iniziative. Circa l’inquinamento elettromagnetico può varare una moratoria delle installazioni di ripetitori fino alla conclusione del monitoraggio di tutto il territorio, può costringere i gestori della telefonia a collaborare nelle spese per il monitoraggio e sottostare al piano delle localizzazioni degli impianti, può fare una campagna educativa per ridurre l’uso dei cellulari nelle famiglie.

Al di là del caso specifico dell’installazione di via Scipione l’Africano, quale rischio presenta la cooperazione con un gestore telefonico per impianti di quinta generazione (5G)?

Ninni: Non fare nulla per arginare lo strapotere dei gestori, mossi solo da un cinico interesse al guadagno, è un atteggiamento colpevole perché totalmente asservito e rassegnato. I cittadini si aspettano di essere tutelati ed invece il governo nazionale triplica i livelli di esposizione dei cittadini ai campi elettromagnetici e quello locale stipula un patto di cooperazione con un gestore che ha già dichiarato di implementare la rete di distribuzione dei ripetitori per il 5G ad Andria. Al danno si aggiunge la beffa. Inaccettabile!

Tenendo fede al dossier scientifico redatto da ISDE (Medici per l’Ambiente, organizzazione internazionale di prevenzione) ed alla mobilitazione dell’associazione “Io ci sono” di Savino Montaruli, quale funzione assumerebbe una costante attività di monitoraggio, al netto delle responsabilità dell’ARPA?

Dino: Il monitoraggio continuo con dati resi disponibili in maniera trasparente e universale è uno strumento formidabile per rassicurare i cittadini e indurre i gestori a modificare la potenza dei loro impianti a danno dei cittadini esposti.

Dove sarebbero le Istituzioni?

Ninni: Le istituzioni fino ad oggi sono rimaste silenti oppure hanno balbettato invocando una ridicola impotenza. Quelle che hanno preceduto l’attuale hanno ignorato totalmente il rischio rappresentato dalla disseminazione selvaggia dei ripetitori in città e quest’ultima addirittura ha deciso di cooperare con un gestore della telefonia. Siamo alla follia.


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Iscritto all'Ordine dei Giornalisti della Puglia, ho iniziato a raccontare avventure che abbattono le barriere della disabilità, muri che ci allontanano gli uni dagli altri, impedendoci di migrare verso un sogno profumato di accoglienza e umanità. Da Occidente ad Oriente, da Orban a Trump, prosa e poesia si uniscono in un messaggio di pace e, soprattutto, d'amore, quello che mi lega ai miei "25 lettori", alla mia famiglia, alla voglia di sentirmi libero pensatore in un mondo che non abbiamo scelto ma che tutti abbiamo il dovere di migliorare.