Un aquilotto che vuole volare…

Raggiungi in bicicletta la casa di Alessandro, un bambino di otto anni. Citofoni, voce squillante. Apre il portoncino, occhi sinceri, volto sorridente, pelle vellutata. Abita al quarto piano, privo di ascensore, di un appartamento di periferia.

Scatenato, scende a rotta di collo, saltando vari gradini di ogni rampa. Di fuori senti la veemenza incontenibile ed… i tonfi dei balzi. Si carica sulle spalle il tuo zaino e risale precipitosamente, distanziandoti di due piani. La sua pompa cardiaca palpita con un ridotto numero di pulsazioni, pari a quelle del grande ciclista Fausto Coppi quando si inerpicava sulle pendici delle montagne, mentre tu arrivi all’ultimo gradino col fiato in gola e il cuore che ti scoppia.

Lo conosci da quando galleggiava nel liquido amniotico. La sua mamma, Cristina, di origine rumena, ha dovuto lavorare fino al momento del parto, facendo la domestica, assistendo anziani o raccogliendo d’estate per dodici ore al giorno pomodori delle campagne di Margherita o Zapponeta. Senza assegni familiari, ferie, contributi previdenziali.

Da tre lustri frequenti orgogliosamente la sua famiglia. Gianni, suo marito, abile muratore, sottopagato, è sfruttato oltremisura. Persone laboriose, dignitose, che si discostano dagli stereotipi disseminati irresponsabilmente da una disinformante stampa prezzolata ed una politica sobillatrice, che irride e calpesta i valori dell’inclusione e della solidarietà.

Cristina cova in silenzio un cruccio, che non le dà tregua. Come se già non avesse altre preoccupazioni per la testa! Non sa più a che santo rivolgersi. Ogni volta che esce dal colloquio con le insegnanti (non tutte per fortuna), un sentimento di avvilimento le si dipinge sul viso. “Signora, che razza di figlio avete messo al mondo!?”  Una di loro, in particolare, infierisce con accanimento. “È un terremoto! Non sta un minuito fermo. Non so proprio che pesci prendere?!” E la mamma abbassa la testa, vergognandosi per la condotta del suo amato cucciolo. Vorrebbe dirle “Cambia mestiere, allora, non infangare la nobile missione che ricopri”, ma è una vera signora e… ingoia il rospo!

Se ne torna a casa a passi lenti, amareggiata, distrutta, ha una gran voglia di piangere. Ne parla con il marito. Decidono di mandare il bambino a doposcuola da una studentessa universitaria. Un grosso sacrificio finanziario. Sfuma così… una bella sommetta, importante per loro che devono pagare anche il fitto di casa.

Cristina non perde occasione per esortare con dolcezza il suo cucciolo a stare tranquillo in classe. A rimanere seduto al suo posto. Ogni mattina, quando lo accompagna a scuola, raddoppia la dose di raccomandazioni. Parole al vento. Al ritorno, il piccolo, saltellando, le racconta con distacco… che è stato allontanato nel corridoio…  inviato al bagno a farsi una passeggiata… rimproverato. Cacciato come un cane rognoso, emarginato come un appestato! Ghettizzato. Scrolla le spalle. Fortunatamente tutto gli scivola addosso come acqua piovana, purificatrice.

Sua madre ti racconta il suo dramma. Ebbene, Alessandro è il tipico alunno che nella scuola di oggi sarebbe subito etichettato come “BES” (bisogni educativi speciali) quindi abbandonato a sé stesso. Perciò, subito ti rendi disponibile. Per giustizia sociale (non per buonismo)!

Scuoti la testa, riconoscendo ancora una volta, al di là di tanta retorica, l’inefficienza e l’inadeguatezza della scuola italiana! Ora sei alle prese con uno degli innumerevoli casi che solitamente portano all’abbandono scolastico. Una sfida anche per te, docente che non hai mai avuto a che fare con bambini di scuola elementare.

Ebbene, Alessandro è un bambino curioso, animato da una gran voglia di sapere e di fare. È pungolato da una sete insaziabile di conoscere, sostenuta da fantasia, intuizione, colpo d’occhio. Velocità esecutiva. Sensibilità umana. Drammatizzate, perciò, fiabe, miti, favole e racconti realistici. Incontenibile la sua gioia. Partecipa attivamente con proposte che ti sorprendono sempre di più.

Si coinvolge nella lettura della fiaba di Andersen “Il brutto anatroccolo”, metafora delle difficoltà che lui incontra ed affronta nella vita. Rimane sgomento nel leggere “I vestiti nuovi dell’Imperatore”, altra fiaba simile ad una favola, di Andersen, che lo interroga. Ti chiede, infatti, tra il perplesso ed il compiaciuto: “Perché solo il bambino, circondato da masse di adulti, ha il coraggio di dire “Il re è nudo!”?

Si entusiasma nel conoscere la vita di Giuseppe De Nittis, la sua passione per la pittura. Soffre nell’apprendere le disgrazie che funestano la sua famiglia. Di Carlo Cafiero, suo amico di banco, apprezza l’attenzione verso i poveri e commenta “Per me tutti gli uomini e tutte le donne hanno diritto a vivere dignitosamente!”.

Con rami di ulivo realizzate una fionda con proiettili, un arco con frecce, una catapulta, una lancia, una spada, armi degli uomini del passato. Produrrete altri manufatti, attingendo all’inesauribile serbatoio di proposte operative che offre la vostra creatività e You tube.

Un giorno, sollecitato dallo studio dell’amigdala, dura arma di pietra a forma di mandorla, realizzata ed usata dall’Homo ergaster, ti presenti a casa sua con una busta di mandorle. Alessandro provvede a romperne il guscio, mette in ammollo i frutti, li pela, e insieme producete un nutriente e terapeutico litro di latte di mandorla.

Come un’irrefrenabile trottola, elettrizzato per la gioia gira intorno al proprio asse per centinaia di volte senza sbandamenti. Saltella, si lascia andare pesantemente sul divano, si accomoda sulla sedia capovolta. Intanto, continua ad ascoltare, intervenire e memorizzare.

Raggiungendoti in campagna, collabora nel colmare una depressione del terreno, raccogliere frasche di ulivi, realizzare talee di fico, recidere calunduline per una frittata, cogliere rape selvatiche, borraggine, bietole per una minestra.

Alessandro, insomma, come tanti studenti, è un fuoco da accendere, non un sacco da riempire di cianfrusaglie come viene visto dalla scuola italiana. L’Istituzione scolastica è, infatti, contaminata da una visione autoreferenziale, burocratica ed aziendalistica. Non dispone di laboratori, materiale didattico, aree verdi, campi da gioco, palestre, piscine, pullman per l’assidua conoscenza del territorio. È afflitta dalla mancanza di cuore, passione, spirito critico, creatività.

“Non ci sono risorse finanziarie!”  viene detto da chi pesca nel torbido ed osteggia l’emancipazione dei giovani. Becera ed inconsistente giustificazione che contrasta con il dettato della Costituzione. In verità, per le armi e munizioni, per le guerre, lo Stato spende e spande a tutto spiano!

Una scuola, la nostra, … popolata da molti docenti, perennemente in conflitto.  Fanno i politici, gli avvocati, gli ingegneri, i commercialisti, gli amministratori condominiali. Quelli interessati dal loro orario di servizio, a suo tempo, osteggiarono il “tempo prolungato”, grande opportunità didattica ed educativa.

Lo Stato, inoltre, offende la dignità di quelli che con abnegazione e sacrifici si dedicano all’educazione delle giovani generazioni, tenendoli a stecchetto per retribuzione. Insomma, la Scuola, corresponsabile, insieme alla politica, all’economia e al becero giornalismo della degradazione antropologica degli italiani, è proprio inadeguata per favorire la formazione dell’uomo e del cittadino responsabile e creativo.

Alessandro (e tutti gli utenti di ogni ordine e grado) si troverebbe a suo agio in una scuola steineriana, che insegna l’amore per la natura ed il rispetto dell’ambiente, attribuisce importanza alle materie artistiche ed alle attività manuali, sollecita l’apprendimento per immagini, privilegia l’emulazione e la sperimentazione, insegna le lingue straniere grazie a giochi, conversazioni e recite, dispone di ampi spazi naturali, e… gli insegnanti, veri e propri educatori, maestri di vita, vengono apprezzati e valorizzati.

Intanto, la ricercatrice Antonella Giallombardo, profonda studiosa dell’autostima olistica, dei talenti archetipici, della resilienza quantica proporrebbe ad Alessandro di aborrire le catene e continuare a…coltivare i talenti naturali che possiede … avere fiducia in sé stesso, …potenziare la sua resilienza per volare, aquilotto, nel cielo dell’umanità e della cultura vera.


FontePhotocredits: Domenico Dalba
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Percorso scolastico. Scuola media. Liceo classico. Laurea in storia e filosofia. I primi anni furono difficili perché la mia lingua madre era il dialetto. Poi, pian piano imparai ad avere dimestichezza con l’italiano. Che ho insegnato per quarant’anni. Con passione. Facendo comprendere ai mieli alunni l’importanza del conoscere bene la propria lingua. “Per capire e difendersi”, come diceva don Milani. Attività sociali. Frequenza sociale attiva nella parrocchia. Servizio civile in una bibliotechina di quartiere, in un ospedale psichiatrico, in Germania ed in Africa, nel Burundi, per costruire una scuola. Professione. Ora in pensione, per anni docente di lettere in una scuola media. Tra le mille iniziative mi vengono in mente: Le attività teatrali. L’insegnamento della dizione. La realizzazione di giardini nell’ambito della scuola. Murales tendine dipinte e piante ornamentali in classe. L’applicazione di targhette esplicative a tutti gli alberi dei giardini pubblici della stazione di Barletta. Escursioni nel territorio, un giorno alla settimana. Produzione di compostaggio, con rifiuti organici portati dagli alunni. Uso massivo delle mappe concettuali. Valutazione dei docenti della classe da parte di alunni e genitori. Denuncia alla procura della repubblica per due presidi, inclini ad una gestione privatistica della scuola. Passioni: fotografia, pesca subacquea, nuotate chilometriche, trekking, zappettare, cogliere fichi e distribuirli agli amici, tinteggiare, armeggiare con la cazzuola, giocherellare con i cavi elettrici, coltivare le amicizie, dilettarmi con la penna, partecipare alle iniziative del Movimento 5 stelle. Coniugato. Mia moglie, Angela, mi attribuisce mille difetti. Forse ha ragione. Aspiro ad una vita sinceramente più etica.

3 COMMENTI

  1. Un articolo degno di essere letto con attenzione e meditato per la sua profondità di stile e di umanità

  2. Un articolo molto bello ,il cui significato dovrebbe essere seguito da molti genitori. Bravo Mimmo.

  3. Che dire caro Mimmo come sempre ci troviamo problemi creati da individui che sono privi di coscienza e umanità,aver studiato e male,aggiungo, ha dato a questa gentaglia la possibilità di “giudizio”.Sono letteralmente nauseato Credo che metterò in pratica il silenzio.

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