Sono una donna sulla cinquantina, conduco una vita normale, ho una famiglia, un lavoro, molti amici e colleghi. Poi, un giorno...

Sono una donna sulla cinquantina, conduco una vita normale, ho una famiglia, un lavoro, molti amici e colleghi. Poi, un giorno…

Ho molti interessi tra i quali lo sport e la cucina. Mi piace essere sempre disponibile, attiva, non sopporto la tranquillità e l’apatia. Faccio il conto alla rovescia per l’arrivo dell’estate, immergermi in quella enorme distesa azzurra e cristallina mi rende serena e mi dà quel senso di infinito.

Un giorno di qualche anno fa, mentre svolgevo le faccende domestiche, ha bussato alla mia porta qualcuno, un ospite. Non sapevo come comportarmi, cosa offrirgli, ma al contrario lui aveva già scelto, anzi aveva già riposto le sue radici dentro di me. Dal suo arrivo la mia vita è cambiata, è stata stravolta, tutto quello in cui credevo è crollato, come un castello di sabbia con l’arrivo di un’onda.

L’ospite è riuscito a sconvolgermi, ha rubato una piccola parte di me, ma io sono riuscita a farlo sentire scomodo, non l’ho messo a suo agio, non gli ho offerto la poltrona più comoda che avevo in casa, anzi una vecchia seggiola in legno. Non gli ho permesso di darmi spiegazioni riguardo il suo arrivo improvviso, senza preavviso, perché tanto c’è stata disorganizzazione solamente all’inizio in casa, poi come da manuale le cose sono andate nel verso giusto. È vero ci sono stati momenti in cui oltre alla pazienza, ho “perso” anche altro, ma tutto rinasce.

Dal quel giorno sono sempre pronta e in allerta, perché non conoscendo i gusti dell’ospite, potrebbe cambiare umore da un momento all’altro, ormai è uno di famiglia, gli porto rispetto e cerco di tenerlo buono e al suo posto.

Non ho detto il suo nome perché purtroppo è molto conosciuto, lui si chiama cancro. Lui mette scompiglio ogni giorno e in qualunque parte del mondo. Ha sempre bisogno di qualcuno che lo ospiti, che gli dia cure e lo cacci via. Non riesce a star buono, a lui piace fare sorprese e complicare la vita di ognuno di noi.

La cosa giusta da fare, è non farlo sentire a casa, fare in modo che dopo poco si senta un valore aggiunto e che facendo i bagagli vada via.