IL LINGUAGGIO TRA DOLCEZZA DI MIELE E DUREZZA DI PROIETTILE

Forse mai come oggi si usano tante parole, ma il rischio sempre presente è quello di non sapere usare le parole. Per tanti la Bibbia, fonte di ispirazione spirituale e culturare, è stato il luogo dove imparare il vero linguaggio da usare. Ma perché non bisogna parlare male degli altri, visto che sembra che la maggior parte delle persone lo faccia? Un brano del Vangelo così afferma:

Perché osservi la pagliuzza nell’occhio del tuo fratello, mentre non ti accorgi della trave che hai nel tuo occhio? O come potrai dire al tuo fratello: permetti che tolga la pagliuzza dal tuo occhio, mentre nell’occhio tuo c’è la trave? Ipocrita, togli prima la trave dal tuo occhio e poi ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello. (Mt 7, 3-5).

Non criticare gli altri è la prima forma corretta di parlare.  È tipico parlare male degli altri, ma prima ancora degli errori degli altri bisognerebbe sempre correggere se stessi. La critica, è dimostrato dagli studi, rende infelici prima di tutto chi la fa.

Eppure il parlare male era (forse lo è ancora) diffuso in ambienti ecclesiali tanto che nella lettera di Giacomo, l’autore del testo nella Sacra Scrittura, così riferisce:

Non sparlate gli uni degli altri, fratelli. Chi sparla del fratello o giudica il fratello, parla contro la legge e giudica la legge. E se tu giudichi la legge non sei più uno che osserva la legge, ma uno che la giudica. Ora, uno solo è legislatore e giudice, Colui che può salvare e rovinare; ma chi sei tu che ti fai giudice del tuo prossimo? (Gc 4, 11-12).

Il mormorare, lo sparlare è sempre negativo. Altro modo sbagliato di parlare è il diffamare la vita altrui. Sempre nella Bibbia, nella lettera di Tito, si afferma di non parlar male di nessuno, di evitare le contese, di esser mansueti, mostrando ogni dolcezza verso tutti gli uomini (Tt 3, 2).

Ognuno è imperfetto e tutti siamo differenti. L’altro non può essere a nostra immagine, una proiezione delle nostre idee o una nostra idealizzazione. Ognuno è differente e concepisce ogni cosa in maniera diversa. Ci sono molti modi di concepire una realtà. Alcuni mormorano e criticano perché pensano di essere nella ragione. In realtà tutti hanno da insegnarci qualcosa e dunque, prima di parlare, è sempre meglio ascoltare. Diffamare, criticare è sempre scorretto.

C’è un altro elemento da mettere in rilievo, non si deve permettere che si parli male del prossimo. Sostanzialmente ci sono quattro modi di parlare: ci sono quelli che parlano e non pensano; ci sono quelli che parlano mentre pensano, poiché quello che penso lo devo dire; c’è chi parla e dopo pensa, riconoscendo l’errore che si fa; ci sono persone che prima pensano e dopo parlano.

Bisogna comunicare con prudenza perché generalmente gli uomini pensano al negativo, infatti Nella moltitudine delle parole non manca la colpa,ma chi frena le sue labbra è prudente (Pr 10, 19).

La nostra composizione morfologica dice che prima ci sono le orecchie e poi la bocca. Le orecchie sono due e una è la bocca. Il nostro stesso corpo suggerisce a ciascuna persona che bisogna prima ascoltare. Ascoltare il doppio e parlare la metà. In tal modo si è più preparati a rispondere all’argomento degli altri.

Nella bocca dello stolto c’è il germoglio della superbia,ma le labbra dei saggi sono la loro salvaguardia (Pr 14, 3).

Bisogna parlare bene della gente, pensare il meglio degli altri, mettere in evidenza le loro qualità. Quando si sente la necessità di parlare male degli altri, si pensi alle qualità positive. Il costume di parlare solo di cose buone degli altri, dovrebbe riguardare i credenti ma anche ogni persona di buona volontà, vista l’intima ragionevolezza e il buon senso di tale atteggiamento.

Un vocabolario bello è la caratteristica di un figlio di Dio e di un uomo degno di questo nome. Parlando in maniera corretta, la parola che sale dalla bocca edificando chi ascolta.  Possa diventare vera per tutti la parola scritta da San Paolo:

Nessuna parola cattiva esca più dalla vostra bocca; ma piuttosto, parole buone che possano servire per la necessaria edificazione, giovando a quelli che ascoltano (Ef 4, 29).

Il male detto sugli altri ricade su se stessi ma è anche il luogo del giudizio. poiché saremo giudicati sulla nostra parola perché è scritto:

Ma io vi dico che di ogni parola infondata gli uomini renderanno conto nel giorno del giudizio(Mt 12,36).

Le parole d’amore generano benessere, quelle di odio malessere. Possa la dolcezza del linguaggio portare vita e luce, in mezzo a tanta oscurità e morte di chi usa le parole come proiettili che uccidono. Come afferma una bellissima canzone: “Pensa, prima di sparare pensa!”.