Storia di Angela Gargano, la donna che mise i piedi a servizio del suo cuore e divenne …una leggenda
Ti faccio un regalo – mi disse, un giorno, il “mio direttore”, Paolo Farina –. Ti assegno il compito di scrivere un articolo su un mito della corsa.
E mi fa pervenire un link di Wikipedia nel quale erano riportate le principali notizie sulla persona che, leggendo il resoconto della maratona di Roma a cui avevo partecipato, si era commossa davanti al mio racconto.
La persona in questione era Angela Gargano, classe 1961, barlettana. Ultramaratoneta italiana. Ha portato a termine ben 769 gare di cui 234 ultramaratone. È la prima donna in Italia come numero di maratone e ultramaratone. Secondo il sito web giapponese World Megamarathon Ranking 300+, è quarta in Europa e settima nel mondo.
Angela è detentrice di due record italiani nella categoria femminile. Il primo conquistato nel 2010 nella “Sei giorni di corsa su strada di Antibes” con 562,330 Km percorsi, per l’appunto in sei giorni; il secondo, nel 2011, nella “Dieci giorni di Atene”, con 826 km. percorsi.
Dulcis in fundo, Angela è iscritta nel Guinness World Record per aver corso in un anno solare (per la precisione nel 2002) ben 100 maratone.
Dopo un simile invito, cercai nella memoria delle amicizie del mio periodo barlettano, ma non vi trovai nulla che mi riconducesse a lei. Non mi restava che fissare un appuntamento…
Quando la porta di casa sua si è spalancata per accogliermi, la luce dei suoi occhi mi ha abbagliato. Questo, ricordo di lei: lo scintillio di quegli occhi.
- Non scrivi niente? – mi chiede, stupita, mentre iniziamo la nostra chiacchierata.
Doveva essersi preparata ad un’intervista di quelle da manuale e io, evidentemente, l’avevo spiazzata.
- Parliamo – le dico – sono qui per ascoltare la tua storia.
Quegli occhi dovevano avere una magnifica storia da raccontare …
E parliamo dei record, delle sue imprese e la mia meraviglia di fronte alle sue vittorie cresce sempre più.
Poi, la domanda sale alle mie labbra: – Cosa ti ha portato ad iniziare a correre?
Improvvisamente, il suo sguardo si spegne.
Mai avevo assistito ad “un cambio di scena” così repentino.
E la storia che cercavo viene a galla… magnificamente, semplicemente. Vera.
Mi racconta di quando era una timida ragazzina, della sua infanzia difficile; di come fosse stato impossibile realizzare il sogno di diventare un’infermiera e di come si fosse adattata ad accettare un percorso scolastico che l’avrebbe portata ad essere una segretaria d’azienda.
Poi, improvvisamente, la Vita le aveva restituito il sogno, con tutti gli interessi. Le era stato proposto di lavorare presso uno studio medico e aveva finito con lo sposare l’uomo che le aveva offerto questa possibilità.
E infine mi confessa il suo dolore, il dolore più antico per una donna. Un figlio perso, un vuoto nelle viscere che ti affonda nell’angoscia, che rischia di distruggere tutto quello che esiste, che pensavi bastasse per definirsi felice.
Ora sono io che mi commuovo…
Eccoci qua, due donne sedute una di fronte all’altra, entrambe con il cuore in mano, a cedersi i segreti più intimi, a cercare nelle proprie vite un senso più grande. Il Senso.
Ogni incontro, ogni appuntamento della vita è un insegnamento, un’occasione per chi sa resistere, reagire.
E, spesso, le occasioni si presentano mentre stiamo tentando di reagire ad un evento doloroso.
Nel 2002, Angela iniziò a correre per sfuggire al suo dolore e correndo è riuscita ad andare così lontano ma così lontano che alla fine i chilometri percorsi sono diventati tantissimi… le sfide sempre più ardue.
Non bastavano le maratone.
Ha all’attivo 36 gare da 100 km.
Ha sfidato il tempo: 2 gare di 12 ore; 26 gare di 24 ore; 2 gare di 48 ore.
Ha sfidato l’Himalaya e il deserto, portando se stessa sempre più lontano: ha partecipato alla Desert Marathon (deserto libico) di 120 km, alla Marathon des sables (Sahara marocchino) di 235 km, alla Nove Colli Running di 202 km, alla Baltic Run di 325 km.
E mentre correva e vinceva le sue sfide è diventata forte… intimamente.
Di quella ragazzina timorosa non è rimasta traccia.
Ora, Angela è una donna tenace, resistente, in grado di sostenere il dolore degli altri, di incoraggiarli durante le battaglie, agonistiche e non, di farsi portavoce di un messaggio d’amore per la Vita.
- E a un bambino, ci pensi ancora? Magari puoi adottarlo? – le chiedo.
Ed è allora che il Senso si dispiega davanti a me…
Ha ricevuto l’invito a sostenere un gruppo di bambini della sua Parrocchia, per avvicinarli allo sport, tenerli lontani dalla strada.
Mentre me lo dice, sorride, e i suoi occhi si accendono. Di felicità.
Tanti bambini, la attendono. Tanti!
Avevi ragione, Direttore. Angela Gargano è un mito! Onorata di averla conosciuta.
Da un grande dolore , si schiude pian piano una grande gioia che si materializza nel dono del sé per /agli altri più bisognosi !! Grande Angela , grande Paola