
“E quindi uscimmo a riveder le stelle”
Caro Direttore, le scrivo questo articolo per postarlo sul suo giornale online domenica 21 marzo 2021, che lei dedica al Caffè con Dante, appuntamento per me assai piacevole, per comunicarle che anche noi di Libera abbiamo quest’anno pensato al grande Dante Alighieri e per fare memoria di Lui e celebrare i 700 anni della sua morte, abbiamo preso come slogan per la XXVI Giornata della memoria e dell’impegno, in ricordo delle vittime innocenti di tutte le mafie, il titolo “A ricordare e rivedere le stelle” – “E quindi uscimmo a riveder le stelle” (Inferno, XXXIV 139).
Nientemeno che l’ultimo verso dell’Inferno della Divina Commedia, presagio di un nuovo cammino di luce e di speranza dopo le tenebre!
Abbiamo scelto una frase che sia un inno alla vita, allo sguardo verso un orizzonte migliore da costruire insieme, a partire dalla memoria di chi quella vita ci ha lasciato, come un testimone nelle mani di un corridore che deve vincere la gara più importante, quella per l’affermazione del bene collettivo, del bene comune per la dignità e la libertà delle persone.
In tutta Italia si sarebbero dovute svolgere piccole iniziative di riflessione con la lettura dei nomi delle vittime innocenti delle mafie, dinanzi a uno o più spazi culturali: un teatro, un museo, una biblioteca, ma ciò per l’emergenza covid e le zone rosse, è tutto sospeso.
Il locale presidio di Libera è in attesa di incontrare il sindaco Giovanna Bruno e la nuova amministrazione comunale per richiedere anche per Andria la mappatura dei beni confiscati ed assegnati al patrimonio della città e la possibilità di organizzare, dopo il lockdown, un evento ambizioso per Andria, per tutti i giovani, le scuole, le associazioni e i cittadini, un evento alternativo alla marcia della legalità da sempre momento di presenza in città e nei luoghi scelti a livello nazionale.
Noi del Presidio di Andria, vogliamo leggere i nomi delle vittime innocenti della Puglia dinanzi a Sua Maestà il Castel del Monte, il maniero federiciano patrimonio universale dell’Unesco, magari con la presenza di Don Luigi Ciotti, leggendo con lui, con i giovani, i bambini, gli insegnanti, con coloro che in città gestiscono egregiamente i beni confiscati alle mafie – pensiamo a don Geremia Acri, a don Vito Gaudioso, al prof. Antonello Fortunato, agli insegnanti, alle Forze dell’Ordine.
Il Castello come simbolo culturale e artistico di fama nazionale ed internazionale per poter attraversare i confini del nostro Bel Paese e giungere simbolicamente in Europa, in Germania, Francia e oltre Europa.
Inoltre, desideriamo condividere, a 25 anni dalla introduzione della Legge sul riutilizzo sociale dei beni confiscati, la Legge n. 109/1996, la bella notizia che ci è giunta questi giorni ossia l’assegnazione di alcuni di questi beni alla nascente Questura di Andria e quindi ad un lodevole riutilizzo degli stessi.
E in attesa di poter leggere insieme i nomi di tutte le vittime di mafia pugliesi, noi del Presidio di Andria vogliamo in particolare ricordare quello della bella e giovane Renata Fonte.
Presidio di Libera, Andria
avv. Michele Caldarola