VERSO IL REFERENDUM: I PADRI COSTITUENTI

È morto meno di dieci anni fa, nel 2008, ed è stato uno degli ultimi Padri Costituenti ad andare via.

È considerato uno degli esponenti di spicco della sinistra italiana, anche se all’Assemblea Costituente era stato eletto tra le file del Partito d’Azione. Tutti lo considerano uno dei Padri della Repubblica, e non si può non essere d’accordo.

Vittorio Foa ha dato tanto alla nostra Italia. Ha sofferto la solitudine e la mancanza di libertà quando, da antifascista, fu condannato al carcere. Ha combattuto nella Resistenza e in Parlamento, negli anni in cui si scriveva la Carta costituzionale ha dato il suo contributo da politico antifascista, liberale e laico, nella Commissione dei 75, gli incaricati di scrivere il testo costituzionale. Si è battuto e impegnato nella stesura degli articoli 39 e 40, quelli che riguardano le libertà sindacali e il diritto di sciopero.

Più tardi sarà a fianco dei lavoratori e degli operai come sindacalista, da vicesegretario della CGIL.

Vittorio Foa, fine intellettuale e innovatore, proveniva da una famiglia ebraica, anche se i suoi genitori non erano particolarmente religiosi. Ateo, da subito si sente particolarmente vicino al movimento degli operai, ma non aderisce al comunismo perché in loro manca il tema della libertà.

Da giovane è nel movimento Giustizia e libertà e intraprende la lotta da antifascista, ma viene arrestato nel 1935 e condannato a 15 anni di carcere. Liberato nel 1943, con il Partito d’Azione combatte nella Resistenza. È eletto giovanissimo alla Costituente.

In un’intervista del 2005, Vittorio Foa ricorda con tenerezza e orgoglio il suo compito di Padre Costituente: “Io sono entrato molto giovane alla Costituente subito dopo la guerra di liberazione, ma avevo dietro di me molte vicende… C’erano dei conflitti molto forti nella Costituente, tra destra e sinistra, con accenti molto duri, spesso personali, ma la cosa che mi colpì subito fu che mentre al mattino si discuteva della politica di governo, quindi con forte conflitto tra destra e sinistra, al pomeriggio si lavorava alla stesura delle regole serenamente, quando ci impegnavano nelle regole diventavamo tutti per cosi dire amici tra noi”.

Allo scioglimento del Partito d’Azione, nel 1947, Vittorio Foa passa con i socialisti. Negli ultimi due anni della sua vita sarà iscritto al Partito Democratico di cui è uno dei fondatori.

Vittoria Foa, uno dei Padri dell’Italia Repubblicana: testimone della prima guerra mondiale, della Resistenza, della Costituente e del sindacato, ha attraversato tutta la nostra storia. Padre della sinistra italiana, vicino al mondo del lavoro, ma uomo pieno di coraggio e fedele sempre al valore supremo della libertà.

Nel 2005, novantacinquenne, Vittorio Foa continuava a ricordare l’ideale per cui si era battuto da ragazzo; con il peso degli anni e delle esperienze nel mondo politico e del lavoro, ci lasciava un pensiero su cosa intendere per libertà e si direbbe che le sue parole suonano quanto mai attuali: “Quando si parla di diritti di libertà non si deve parlare in prima persona, ma si deve pensare ai diritti di tutti. Solo associando ai diritti il valore collettivo noi possiamo dare un senso ai diritti”.

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