Ma i cittadini la vogliono?

È di questi giorni un servizio di una nota televisione locale in cui si dà spazio, girando per le strade della città di Andria, alla opinione dei cittadini riguardo le loro intenzioni di voto in vista del Referendum Costituzionale che si terrà il 4 Dicembre prossimo.

Provando a non entrare nel merito del quesito, delle errate personalizzazioni che sono state fatte da tutte le parti politiche, esaminando solo questo sondaggio,a prima vista il risultato risulta quasi surreale e avvilente, poiché, oltre a chi ha lasciato trasparire solo grande ignoranza nella materia trattata, la stragrande maggioranza delle persone intervistate ha ostentato totale disinteresse per il quesito referendario.

Il video è diventato subito virale sui vari social. In molti abbiamo almeno pensato di condividere questo video dando un giudizio, condannando questo atteggiamento a dir poco menefreghista. Posizione netta, chiara e legittimata dall’atteggiamento quasi sprezzante di alcuni, che, come se facessero dispetto a qualcuno, si dichiarano in qualche modo agnostici a riguardo del Referendum.

Cercando di andare oltre, però, provando non a giustificare o a dare alibi, ma semplicemente cercando di capirci qualcosa in più, non possiamo non evidenziare quanto una buona fetta della popolazione, equivalente al campione sondaggiato in quel servizio, sia vittima degli equilibri politici ormai sfasati in cui l’Italia versa. Siamo un Paese che sta, ancora a fatica, uscendo dal ventennio berlusconiano, privo di ogni idea politica. Diciamo cose non originali, se pensiamo alla focalizzazione esclusiva sulla persona dell’ex premier che per anni ha fatto da padrone della scena politica.

Non è sbagliato, forse, evidenziare quanto questo sistema sia stato accettato da tutte le forze politiche di questo Paese. Veniamo, in estrema sintesi, da un ventennio che ha svuotato la politica della politica, abbiamo visto attacchi personali, critiche a “nani e ballerine” di cui Berlusconi si è circondato, processi, gaffes estemporanee. Abbiamo visto tutto questo. Non abbiamo visto più minima traccia della politica, quella vera.

Ci ha deluso Berlusconi, siamo delusi anche da chi era contro Berlusconi, ma in realtà faceva semplicemente “ammuina”, mentre la situazione si faceva sempre più critica. Siamo stati sedati, ci è stato dato in pasto un prodotto politico che tale non era, era tifo, come se fosse una partita di calcio. Nel frattempo le generazioni sono cambiate e stanno ancora cambiando, nessuno ricorda bene la politica prima degli anni ’90, ed ecco che si arriva quasi alla consapevolezza di non sapere nemmeno di che cosa si parla, di rifiutarsi anche solo di informarsi, almeno di provarci.

È uno stato deprimente questo, lo sappiamo, ma forse è ineluttabile passare da queste considerazioni tristissime per capire dove abbiamo sbagliato noi cittadini, di cosa siamo stati e in parte siamo ancora vittime, e cosa mai potremmo fare per reagire e ritornare ad avere per lo meno consapevolezza del potere che eserciteremmo anche noi, qualora lo volessimo e sapessimo usarlo.

Ci hanno fatto dimenticare come si fa, è vero. Siamo però noi stessi colpevoli di dimenticare troppo spesso che non andiamo a eleggere un presidente del Consiglio da troppo tempo, ci lasciamo sfuggire occasioni come quelle del Referendum del 17 Aprile scorso sulle trivellazioni nei nostri mari, e infine diventiamo quasi orgogliosi nel dire che “no, non andiamo a votare, tanto è solo un magna magna”.

Tutte considerazioni sparse queste, forse disordinate, ma che ci riportano allo stato attuale delle cose nel nostro Paese. Possiamo reagire forse con una sola arma, che non è la protesta di cui ci siamo dimostrati incapaci in varie occasioni.

Allo stato attuale delle cose, forse l’unica arma che ci resta è sfruttare al massimo le possibilità di informazione che abbiamo.

È un appello quella che dobbiamo proporci l’uno con l’altro, adesso, prima di rassegnarci a sprofondare consapevolmente, nell’inconsapevolezza.

Ora che con le nuove tecnologie, i nuovi social network, i canali tv all news, tutti ne abbiamo la possibilità, non sfuggiamo alla possibilità di informarci, in qualsiasi maniera, virtuale o concreta che sia.


Fontewikimedia.org
Articolo precedenteVittorio Foa, la Costituzione del sindacalista
Articolo successivoLa provincia Bat deve morire
Maturità classica, dei genitori (e non solo) che avrebbero tanto voluto vedermi continuare studiare, ma la testa dura che ha spinto a impegnarmi nell’azienda di famiglia. Non un ottimo biglietto da visita, ma proprio da qui scaturisce la voglia di mettere insieme dei pensieri, dare vita alle idee sulle tematiche più disparate. Numerose passioni tra lo sport (il calcio in maniera quasi ossessiva). Fruitore ossessivo di cinema, nei generi più disparati. Quando posso viaggio, cercando di capire quanto meno cosa mi sta attorno, cercando di stare dalla parte di chi abita,vive il posto, e non di chi lo visita semplicemente per poi tornare a casa. Cerco di mettermi in discussione su Odysseo spinto dall’importanza che negli ultimi anni ha assunto in me il significato della parola CONDIVISIONE: “Le idee racchiuse in se stesse s’inaridiscono e si spengono. Solo se circolano e si mescolano, vivono, fanno vivere, si alimentano le une con le altre e contribuiscono alla vita comune, cioè alla cultura.” (Gustavo Zagrebelsky)