Svitlana Polianska, corsista del CPIA BAT, è autrice di un racconto selezionato per il volume Antologia Lingua Madre Duemilaventuno. Racconti di donne straniere in Italia (Edizioni SEB27), che sarà presentato al Salone Internazionale del Libro di Torino 2021.

Ciao Svetlana, posso chiederti perché hai lasciato l’Ucraina e quali ricordi conservi della tua casa?

In Ucraina svolgevo un lavoro molto gratificante, ma ho vissuto una catena di sfortunate storie sentimentali. L’ennesima delusione amorosa mi ha spinta a “ripudiare” l’Ucraina e a scegliere l’Italia come Paese in cui ricostruire la mia vita. In Ucraina c’è il tesoro più grande della mia vita: mia figlia Paolina, che compirà ventuno anni a giugno. In Ucraina ho tanti meravigliosi ricordi. Il più dolce è il ricordo del volto e della voce della mia mamma, volata via solo un mese dopo la nascita di mia figlia. Quel volto e quella voce mi hanno sempre consolato e indicato i passi nei miei momenti più difficili.  In Ucraina ho lasciato tanti amici che mi hanno voluto bene.

A chi dedichi il riconoscimento che hai conseguito nell’ambito del progetto “Lingua Madre”?

Voglio dedicare questo riconoscimento a tutte le donne straniere che, come me, pur soffrendo, hanno avuto il coraggio di lasciare il proprio Paese di origine per cominciare una nuova vita. Lo dedico anche alla mia professoressa di italiano, Maddalena Gadaleta.  Questa donna è la prima persona di cui mi sono fidata in Italia perchè ha ascoltato con comprensione la storia della mia vita e mi ha invitato a partecipare a questo Concorso.  Una persona a cui ho voluto affidare i miei pensieri, i miei sentimenti, le mie esperienze.  E non mi sono sbagliata! C’è un’altra donna, mia cara amica, a cui dedico questo riconoscimento. Il suo nome è Mjaftoni, una persona a me vicina nello spirito, con un’anima gentile e un grande cuore! Grazie a Dio e a queste due donne fantastiche, ho potuto raggiungere questo traguardo!  Grazie a loro, oggi sorrido e continuo a vivere e credo che ci sia amore, sincerità, generosità nel mondo.  Grazie infinite e un profondo inchino a questi due angeli della mia vita!  Sono e saranno per sempre nel mio cuore e nella mia anima.

Che consiglio dispenseresti a tutte quelle donne ancora “temporaneamente fuori servizio” che è peraltro il titolo del tuo racconto?

Il mio consiglio alle donne ancora “temporaneamente fuori servizio”?  Sì, in linea di principio, posso dare il mio consiglio non solo alle donne, ma anche agli uomini. Donne e uomini, ascoltate attentamente!  L’età non dovrebbe fare alcuna differenza per poter continuare il vostro percorso di vita a testa alta, con sogni e prospettive, con ispirazione, fiducia e amore!  Non mollate mai!  Andate avanti per realizzare i vostri desideri! Siate gentili e sinceri, nonostante gli ostacoli e le difficoltà della vita!  Amate, perché l’amore muove tutto.  Lo posso dire a gran voce!  Ho cinquant’anni e sento che la mia vita sta conoscendo un nuovo inizio.


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Iscritto all'Ordine dei Giornalisti della Puglia, ho iniziato a raccontare avventure che abbattono le barriere della disabilità, muri che ci allontanano gli uni dagli altri, impedendoci di migrare verso un sogno profumato di accoglienza e umanità. Da Occidente ad Oriente, da Orban a Trump, prosa e poesia si uniscono in un messaggio di pace e, soprattutto, d'amore, quello che mi lega ai miei "25 lettori", alla mia famiglia, alla voglia di sentirmi libero pensatore in un mondo che non abbiamo scelto ma che tutti abbiamo il dovere di migliorare.