Il più grande sforzo da intraprendere, consiste in un megaprogetto culturale…

Mi si accappona la pelle nell’ascoltare o leggere, disgustato fino all’inverosimile, i commenti di certi sedicenti  giornalisti ed esperti. Per loro bisogna sempre declamare, ad alta voce e con petto in fuori, “Si” a tutte le opere inutili, alle mille cattedrali nel deserto, alla devastazione, al saccheggio all’imbarbarimento edall’imbruttimento del Bel Paese.

Per loro è necessario continuare a farle le mille nefandezze, che costellano sinistramente l’Italia, perché altrimenti si bloccherebbe l’economia, languirebbero i cantieri, aumenterebbero i disoccupati, insomma ci sarebbe uno stop a quello che loro eufemisticamente definiscono “sviluppo”.

Un vero e proprio distillato di cinismo, una pervicace tracotanza e spietatezza. Rimangono, lor signori, indifferenti perfino davanti alle stragi di persone in carne ed ossa, comuni cittadini. Donne, uomini, anziani e… bambini. Lavoratori. Che ambiscono solo vivere, onestamente, serenamente e dignitosamente.

Dov’erano gli scrupolosi osservatori, mentre il paese veniva dilapidato orrendamente? Mai un flebile rilievo, un distinguo, un prendere le distanze. Mai un commento severo. Lungi mille miglia la richiesta di cambiare strada, di imboccare quella dell’onestà, del rispetto della dignità di uomini, animali, piante animali e cose.

Satolli, mungevano le vacche dello Stato o si sbafavano alle greppie dei tanti prenditori, (non imprenditori, che sono un’altra cosa, come esplicita la Costituzione, quando fa riferimento alla funzione sociale dell’imprenditoria) generosi verso le testate cartacee o televisive. I sedicenti “giornalisti” si limitavano acompiacere i loro padroni con un servilismo da accatto.

E continuano a farlo anche in questi giorni di dolore. Occorre, per loro, seppellire i morti e pensare al futuro dell’economia. Non a individuare i responsabili della tragedia di Genova ed a perseguirli. Non vanno neppure citati i Benetton, perché i loro investimenti pubblicitari fanno gola ad editori e direttori, quindi,anche a loro.

Ovviamente non erano, non sono e non saranno mai professionisti e men che meno persone serie. Burattini! Solo mentecatti della carta stampata e del becero intrattenimento televisivo, abili solo in mille contorsioni ed avvezzi a massacrare le loro ginocchia.

I veri giornalisti sono quelli che con coraggio e ad alta voce aiutano i lettori a comprendere le dinamiche della realtà, a denunciare la corruzione, le mille forme di criminalità, sono quelli che entrano in empatia con le esigenze vere della gente. E prezzine pagano! Con dignità.

E giornalisti veri ce ne sono in Italia. E tanti. Faticano duramente a farsi strada, perché non sono compiacenti verso nessuno. Di stampa veramente libera ed indipendente ce n’è pochissima. Sono mosche bianche quelli che si affermano nella grande stampa. Di questi, solo un nome, una persona che tutti conoscono. L’indomito Marco Travaglio, il cui orizzonte di riferimento è la Costituzione.

Diversi anche nel passato. Biagi e Montanelli, per esempio. I ciarlatani non hanno mai compreso, neppure la lettera di quello che per tanti anni ha denunciato Antonio Cederna, una delle pochissime Cassandre che con una prosa ruvida ma efficacissima lanciava grida di allarme per quello che accadeva.

Antonio ha sempre detto “no” allo scempio che si stava facendo dell’Italia. Se alcune mostruosità non sono state portate a termine il merito è essenzialmente suo. Se molte orrende iniziative sono state cantierizzate, per la subalternità della politica, ad avvantaggiarsene sono stati pochi ed a pagarne lo scotto, per tempi lunghi, molte generazioni.

Tacciano, quindi, gli imbonitori, per decoroso rispetto verso i morti e feriti di Genova, si convincano una buona volta che il Pianeta azzurro non è una risorsa inesauribile per il decantato sviluppo senza fine del liberismo selvaggio.

Venga presa seriamente in considerazione l’opzione della “decrescita felice”, che, assottigliando gli sconsiderati profitti dimultinazionali e lobby, darebbe respiro al pianeta e dignità a tutti gli esseri viventi, salassati quotidianamente.

L’Italia, in particolare, ha bisogno innanzitutto di uno strategico impegno di manutenzione ordinaria in tutti i settori strategici e marginali. Economia, istruzione, sicurezza, giustizia, sanità, tutela e valorizzazione del patrimonio storico ed artistico, difesa dei beni comuni come l’acqua, l’aria, il suolo e l’aria, che vengono orrendamente contaminati ogni giorno anche per l’indifferenza e la complicità di tanti sedicenti cittadini.

Si promuovano anche grandi opere, ma quelle veramente utili,come la progettazione di un nuovo acquedotto pugliese. Si metta mano ad un sistema di trasporti ferroviario che si prende curadella sicurezza, dei rispetto dei tempi e del confort da offrire a tutti i viaggiatori ed in particolare ai pendolari.

Si eliminino concretamente tutte le barriere architettoniche che penalizzano i disabili, gli anziani, le donne incinte ed i bambini. E dove non è possibile si provveda rapidamente a realizzare opere includenti.

In particolare, poi, si consideri che il più grande sforzo da intraprendere, consiste in un megaprogetto culturale, artistico e musicale che capillarmente coinvolgerebbe tutti i cittadini, a partire dai bambini, e rinvigorirebbe la democrazia.


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Percorso scolastico. Scuola media. Liceo classico. Laurea in storia e filosofia. I primi anni furono difficili perché la mia lingua madre era il dialetto. Poi, pian piano imparai ad avere dimestichezza con l’italiano. Che ho insegnato per quarant’anni. Con passione. Facendo comprendere ai mieli alunni l’importanza del conoscere bene la propria lingua. “Per capire e difendersi”, come diceva don Milani. Attività sociali. Frequenza sociale attiva nella parrocchia. Servizio civile in una bibliotechina di quartiere, in un ospedale psichiatrico, in Germania ed in Africa, nel Burundi, per costruire una scuola. Professione. Ora in pensione, per anni docente di lettere in una scuola media. Tra le mille iniziative mi vengono in mente: Le attività teatrali. L’insegnamento della dizione. La realizzazione di giardini nell’ambito della scuola. Murales tendine dipinte e piante ornamentali in classe. L’applicazione di targhette esplicative a tutti gli alberi dei giardini pubblici della stazione di Barletta. Escursioni nel territorio, un giorno alla settimana. Produzione di compostaggio, con rifiuti organici portati dagli alunni. Uso massivo delle mappe concettuali. Valutazione dei docenti della classe da parte di alunni e genitori. Denuncia alla procura della repubblica per due presidi, inclini ad una gestione privatistica della scuola. Passioni: fotografia, pesca subacquea, nuotate chilometriche, trekking, zappettare, cogliere fichi e distribuirli agli amici, tinteggiare, armeggiare con la cazzuola, giocherellare con i cavi elettrici, coltivare le amicizie, dilettarmi con la penna, partecipare alle iniziative del Movimento 5 stelle. Coniugato. Mia moglie, Angela, mi attribuisce mille difetti. Forse ha ragione. Aspiro ad una vita sinceramente più etica.