E’ un altro giorno, oggi.
Solo qualche nuvola in cielo…
e il polverio vistoso
che non lascia le anime respirare.
La salsedine corrode strutture e allieta i giunchi:
nessuna mano o fiato o spirito offre aiuto.
Per questo non si muore, se la barra tiene…
E tiene ancora, purché stanca di promesse
oggi ch’è un altro giorno…
Un giorno che si sveglia tremante.
L’eristica assordante
scuote il gusto del tacere…e il silenzio
si riempie di crolli e rimbombi,
come una pinta di barbera in un sobrio.
Ma è un altro giorno, oggi…
col polverio vistoso.
Meccaniche braccia sollevano il tramonto:
caduto prima del tempo…
e da chissà dove?
Il tempo scorre pensieroso
tra fatue garanzie e oscuri presagi:
non reca nulla di sano, se non schiene spezzate.
Meno male ch’è un altro giorno, oggi
purché non arrivino altri pastori…
malati di erostratismo…
Procureremo noi a piantare stele e cippi
a garanzia dell’ego e la megalomania
di chi non sa darsi contegno…
Si parlerà. Si parlerà eccome!
Non si potrà farne a meno di ricordarli,
di menzionarli, di noverarli…
Sarà il dolore di chi resta, a evocarli;
di chi resterà a piangere le anime:
quelle tragicamente librate
in un giorno d’agosto, in paradiso…
lasciandosi alle spalle un vuoto
di umanità ma tanta cupidigia.
Sarà l’inferno per i mea culpa…
Giorno dopo giorno…
col dilemma nel cuore.
È già un altro giorno, oggi
nel polverio vistoso delle caste…