«Il culmine del vuoto lo raggiungi arrampicandoti su una cima che non esiste»
(Fabrizio Caramagna)

La cerco in ogni luogo, dappertutto, senza sosta.

Dentro l’acqua, sotto il terreno, spostando le pietre: negli occhi verdi, in quelli azzurri, in quelli neri.

Nella federa del cuscino, sotto il materasso, nelle nuvole e in mezzo alle stelle.

La cerco in tv, sui social, nell’aria.

La cerco in pigiama nelle tazzine del caffè, in tailleur dentro le borse, nei quaderni, nei libri, negli album da disegno.

La cerco nelle lacrime, la cerco nei sorrisi: nei calci, nei pugni, nelle carezze.

Nella cabina armadio, nella scarpiera, sul soppalco e nel ripostiglio. Addirittura nei barattoli di melanzane e peperoni.  Lì, pensavo di trovarla davvero, infatti dicono che ogni barattolo, in Puglia, si chiami Boccaccio per quello: contiene poesia.

La cerco, la cerco ovunque e non la trovo.

E allora guardo macerie e penso che, in realtà, tolte la pace e la vita ai bambini a me non resta più nulla.

Non ho niente da offrire, niente da dire, niente da dare.

Dunque il dono è quanto non ho: debole regalo la mia forza, in lacrime regalo la mia gioia, avvilita regalo la mia fiducia, al buio regalo la mia luce.

Impotente, regalo la mia speranza.

Ho trovato la poesia.


FonteFoto di copertina: pixabay.com
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Sono una frase, un verso, più raramente una cifra, che letta al contrario mantiene inalterato il suo significato. Un palindromo. Un’acca, quella che fondamentalmente è muta, si fa i fatti suoi, ma ha questa strana caratteristica di cambiare il suono alle parole; il fatto che ci sia o meno, a volte fa la differenza e quindi bisogna imparare ad usarla. Mi presento: Myriam Acca Massarelli, laureata in scienze religiose, insegnante di religione cattolica, pugliese trapiantata da pochissimo nel più profondo nord, quello da cui anche Aosta è distante, ma verso sud. In cammino, alla ricerca, non sempre serenamente, più spesso ardentemente. Assetata, ogni tanto in sosta, osservatrice deformata, incapace di dare nulla per scontato, intollerante alle regole, da sempre esausta delle formule. Non possiedo verità, non dico bugie ed ho un’idea di fondo: nonostante tutto, sempre, può valerne la pena. Ed in quel percorso, in cui il viaggio vale un milione di volte più della meta ed in cui il traguardo non è mai un luogo, talvolta, ho imparato, conviene fidarsi ed affidarsi.